Pensi a Donoratico e a Castagneto Carducci e pensi al mare, alle vacanze e per alcuni al fascino delle colline di Bolgheri descritte nelle poesie di Giosuè Carducci, il cittadino più illustre di queste terre…
Natura, cultura, turismo, buoni vini e buon cibo sono ciò che questo Comune sembra offrire, invece sono qui a raccontare un’altra storia…
Una bella storia, come ci racconta Laura, compagna di tante battaglie in Libera, compagna di vita di un uomo splendido come Enzo Chioini che oggi siamo qui per ricordare a pochi mesi dalla sua scomparsa e che di questa storia è stato in parte protagonista…
Siamo a Donoratico all’interno dello Spazio Giovani nato proprio da una intuizione di Enzo, quando in questi stessi locali era ospitato l’Informagiovani, un servizio che stava chiudendo. Enzo, dice a Laura, responsabile del servizio del comune di Castagneto Carducci, che se lì avessero pensato ad uno spazio che avesse dato opportunità ai ragazzi, le cose sarebbero cambiate.
L’amministrazione comunale crede a questo progetto, incarica Laura di lavorarci e una volta creato lo spazio in poco tempo si presentano 40 giovani ad animare questi locali. Quasi tutti sono figli di migranti e proprio la diversità di culture e tradizioni che si intrecciano e si contaminano, sarà una delle novità più belle che renderanno questo spazio attraente.
Contemporaneamente anche la biblioteca comunale di Donoratico si trovava in un momento critico.
Laura, grazie a Libera e alla rivista “Animazione sociale” del Gruppo Abele, ha potuto conoscere l’esperienza delle biblioteche sociali.
Prende parte a corsi di formazione sulle biblioteche in sofferenza e trae lo spunto per unire lo Spazio Giovani e la biblioteca sociale che oggi sono tornati a vivere. Questi luoghi parlano di loro, dei ragazzi che ogni giorno li frequentano per fare tante attività e anche coltivare la loro creatività e i loro sogni.
Se la biblioteca è intitolata alla giornalista Ilaria Alpi (e non a caso Donoratico ospita da alcuni anni un’importante rassegna estiva dedicata al giornalismo) lo Spazio Giovani è stato intitolato a Ilaria Leone, una ragazza di 18 anni violentata e uccisa a Donoratico alcuni anni fa.
Spazio Giovani e biblioteca distano pochi metri l’uno dall’altra e subito accanto si trova un altro spazio importante che ci proietta in un mondo diverso, ma che è parte di una comunità solidale, vicina ai bisogni delle persone più deboli, una comunità che opera per la giustizia sociale.
Questo spazio, gestito dalla cooperativa Convoi, ospita un laboratorio di formazione al lavoro chiamato “Bella storia” all’interno del quale si svolgono alcune attività rivolte a persone adulte, inviate dal servizio di psichiatria. In questo laboratorio si realizzano prevalentemente gadget, favorendo nelle persone coinvolte, un percorso di autonomia.
La stessa cooperativa gestisce anche un appartamento confiscato a una persona condannata per usura, che accoglie madri con figli che seguono un percorso di autonomia.
“Bella storia” fa parte di un progetto molto più ampio dal nome esplicito, che si snoda soprattutto nella comunità di Castagneto Carducci: “Il borgo del cuore”.
Nel lasciare Donoratico, per salire a Castagneto e conoscere da vicino il progetto “Il borgo del cuore”, abbiamo incontrato la Sindaca di questa comunità, Sandra Scarpellini, parlandoci capisci perché il Comune di Castagneto offra tutte queste opportunità e abbia in corso il recupero di un altro bene confiscato al medesimo usuraio, un capannone, che presto accoglierà una mensa per poveri, delle camere per le emergenze, uno sportello anti usura, un centro convegni…
Saliamo nel borgo alto di Castagneto Carducci per scoprire in cosa consiste “Il borgo del cuore”, ovvero un negozio, un ristorante, la casa museo dove ha vissuto Giosuè Carducci.
Iniziamo dal negozio dove incontriamo Livio, il responsabile de “Il borgo del cuore” che ci parla del progetto, che è un passo ulteriore all’interno del mondo del lavoro sempre basato sull’inserimento di persone fragili, ma dove accanto al tema della solidarietà si lega il tema della praticabilità economica, perché un negozio, senza un minimo di profitto, non può restare sul mercato.
Qui nel negozio, che si chiama “Altre mani”, le persone lavorano e si diventa colleghi, uscendo dalla logica di assistenza. “Altre mani” oggi conta altri due negozi, a Firenze e a Chiusi.
I prodotti sono realizzati da persone fragili, supportati da designer che li aiutano a trasformare i tessuti in abiti, accessori di abbigliamento, borse, foulard, scarpe, ecc.. I tessuti, forniti da grandi firme e aziende di abbigliamento, sono trasformati in pezzi unici perché realizzati con la parte terminale di un determinato tessuto.
Livio ci spiega che qui il lavoro diventa, per le persone coinvolte, uno strumento di integrazione vera e che non serve il buonismo, ma la capacità di valorizzare persone che spesso subiscono tanti fallimenti. Se si riesce a dare fiducia e stima in loro stessi, nelle persone accadono dei miracoli.
Qui ci sono successi e cadute, continuamente. Qui la persona è al centro… Una delle ragazze con fragilitá, Ilaria, gestisce da anni il negozio in autonomia ed è bravissima. Ora da un po’ di tempo è andata a vivere da sola, recuperando se stessa.
Le macchine da cucire che producono i vestiti venduti nel negozio “In altre mani” provengono da una confisca alla mafia cinese e chi gestisce il negozio collabora anche con il carcere di Sollicciano dove si producono alcuni di questi capi…
Continuiamo a camminare nel borgo e arriviamo alla casa che ospitó sia da piccolo che da adulto Giosuè Carducci.
La casa museo, di proprietà privata, è oggi gestita dalla cooperativa de “Il borgo del cuore” e i servizi e l’accoglienza verso i visitatori hanno fatto un vero salto di qualità, prevedendo anche percorsi “tattili”.
Una delle persone con fragilità qui impiegate ha dato la sua voce e la sua conoscenza nella realizzazione di un podcast che in pochi minuti fa capire l’importanza che queste stanze hanno avuto per il grande poeta.
Dopo un negozio, uno spazio museale, non poteva mancare nel percorso de “Il borgo del cuore” uno spazio per degustare del buon cibo.
Percorrendo poche decine di metri, si arriva a “La tana del drago” un ristorante aperto diversi anni prima e gestito a livello familiare. La morte del titolare ha portato a un cambiamento di prospettiva, voluto dalla famiglia.
Così dalla scorsa primavera “La tana del Drago” fa parte del Borgo del cuore con inserimento lavorativo di persone con fragilità.
Esiste una convenzione con l’INAIL per un ragazzo che ha avuto un incidente dopo il lavoro riportando gravi problemi di deambulazione. Amava cucinare e oggi è qui inserito come cuoco ed è felice.
I cibi sono veramente buoni e di ottima qualità, il personale molto accogliente, l’ambiente bello e rispettoso del borgo medievale, il vino ottimo…
Non mancate di assaggiare gli gnudi, gli ottimi salumi e formaggi, dolci buonissimi e caffè molto particolari…
Lo spazio giovani e la biblioteca sociale, la “Bella storia” e “Il borgo del cuore” ci hanno proiettato in una Castagneto Carducci e Donoratico più belle del mare e della natura che le circonda, più importanti dello sviluppo turistico che è comunque importante.
Ci hanno proiettato in un percorso di progresso sociale, di opportunità vere per chi opportunità non ne trova in questa società, di riscatto dall’usura e da una mentalità mafiosa attraverso la solidarietà e la coesione sociale…
Oggi eravamo qui per ricordare Enzo. Laura, Mirta e Claudia, che continuano le sue battaglie dentro Libera, partendo da una sua idea che di è concretizzata, ci hanno fatto scoprire proprio una “Bella storia”e un “Borgo del cuore”
Grazie…



