Summit dei ‘Volenterosi’ di Parigi, più dubbi che risultati. Tra Occidente europeo e Russia è dialogo tra sordi. 26 nazioni pronte a schierare truppe per garantire una pace che ancora non c’è. Anzi, a sentir loro, si allontana. Ma tutti a rincorrere il riarmo.
Fine guerra quando? Risultati e dubbi
Il risultato – forse d’obbligo tra il dire e il fare -, l’esistenza di un gruppo di Paesi che si dichiarano pronti a schierarsi in una ‘forza di rassicurazione’ per Kiev dopo la fine della guerra con la Russia. Il dubbio chiave, la costituzione della forza legata ad un cessate il fuoco che Mosca oggi non sembra ‘desiderosa di concedere’, oltre al dubbio su un coinvolgimento statunitense oltre al funzionamento di questa futura ‘struttura di dissuasione’. «Forza autonoma, apparato inquadrato nei comandi euroatlantici o sponda all’esercito ucraino?», chiede Andrea Muratore su InsideOver. Molto ‘blabla’ mentre la guerra continua.
Europa anti Russia senza Stati Uniti?
I dubbi dei Volenterosi e di Zelensky: la ‘messa in sicurezza’ del Vecchio Continente senza. Zelensky, parlando con la rivista francese Le Point, anticipa che «potrebbero non essere sufficienti” adeguate garanzie di sicurezza europee senza “un’alleanza strutturale tra Europa e Stati Uniti a sostegno dell’Ucraina».
In altre parole: la garanzia che più conta per Kiev è quella di Washington. Con lo stesso Zelensky che la sempre più luttuosa l’inferiorità delle sue truppe sul campo, spera forse di dimostrare la volontà di resistere, sperando nella tenuta del fronte anche politico interno.
Dialogo tra sordi ed ‘Eurovelleità’
La guerra continua in attesa del negoziato di cui quasi nessuno parla. E l’Europa, cerca il suo spazio ma solo dopo la conclusione di un cessate il fuoco per cui i Paesi del Vecchio Continente «non sembrano avere né le carte né la volontà reale di impegnarsi». Perché di fatto i protagonisti restano Usa e Russia, da cui dipende la reale contesa strategica, geopolitica e diplomatica.
Una partita che va ben oltre l’Ucraina. «Zelensky, in fin dei conti, questa cosa l’ha capita e fa il pesce in barile. I leader europei, probabilmente, ancora no».
Subito i distinguo interni
Trump ha partecipato ammonendo gli europei a «non comprare più ‘petrolio russo’, e basta. E qui l’analisi impietosa di Francesco Di Tommaso sul manifesto: «Tusk per la Polonia fa sapere che «non ci saranno truppe polacche, né prima né dopo un accordo di cessate il fuoco; la Germania con il cancelliere Merz e con il ministro Pistorius fa sapere che devono decidere ma nei giorni scorsi hanno duramente criticato von der Leyen che anticipava la forza multinazionale europea; e che Meloni per l’Italia avverte che ‘truppe italiane mai’ anche se insiste a suggerire la fandonia folle della ‘pratica dell’articolo 5’ dell’Alleanza atlantica, insomma la Nato senza la Nato, quando perfino dal Corriere della Sera le hanno spiegato che si tratta di una bugia visto che ‘non c’è automatismo’ nel soccorso nemmeno per un alleato e che il rispetto della norma sarebbe nient’altro che l’inizio della Terza guerra mondiale».
Vertice ‘bla bla’ per il riarmo
Il vertice dei volenterosi di ieri non è solo un nuovo e pericoloso ‘armatevi e partite’. «È la pervicace e prepotente manifestazione della linea del riarmo europeo. Che fine farebbe la nuova strategia che vede migliaia di miliardi impegnati a rimilitarizzare il Continente se per caso si avviassero veri negoziati di pace?
Riarmo che prevede tra l’altro, secondo le condizioni capestro della Casa Bianca, l’acquisto di per miliardi di dollari di armamenti dagli Stati Uniti.
Infatti l’unica vera decisione presa è stata quella annunciata dal generale combattente Starmer, il leader britannico – Londra è pronta a inviare truppe dopo un ipotetico cessate il fuoco, ma a patto che ci sia la copertura Usa pure subito – e dal tenente colonnello Macron, deboli e sul piede nella fossa in patria e quindi bisognosi di un riscatto bellico: ‘C’è l’accordo dei Volenterosi su missili a lungo raggio a Kiev’».
Fonte: Remocontro



