Dopo quasi 12 ore di seduta e forti tensioni politiche, la maggioranza approva la delibera. 24 voti a favore, 20 contro, spaccature nel Pd e nella Lista Sala, critiche le opposizioni.
Il Consiglio Comunale di Milano ha dato il via libera alla proposta di delibera che autorizza la vendita dello stadio di San Siro e delle aree attigue a Inter e Milan a poche ore dalla scadenza della proposta dei due club. La votazione, avvenuta con appello nominale e dopo una seduta fiume durata quasi 12 ore, si è conclusa con 24 voti favorevoli e 20 contrari. Non ci sono stati astenuti, mentre due consiglieri non hanno partecipato al voto.
La decisione è stata raggiunta grazie al voto compatto della maggioranza del Partito Democratico (con sole 3 defezioni), dei Riformisti e della Lista Sala (con un’importante eccezione). Hanno votato contro i gruppi di Verdi, Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati. Forza Italia, come ampiamente previsto, ha abbandonato l’aula, ad eccezione del consigliere Alessandro De Chirico, rimasto per esprimere il suo voto contrario. Non ha partecipato al voto anche il consigliere di opposizione Manfredi Palmeri.
Il dibattito velocizzato dalla “tagliola” degli emendamenti voluta dal Pd
La discussione in aula è stata intensa e si è focalizzata inizialmente su una parte dei 239 emendamenti presentati. Prima dell’introduzione di una “tagliola” proposta dal PD per accelerare i lavori e portare la delibera al voto, ne erano stati discussi e approvati solo 25. Tra gli emendamenti fondamentali approvati, quattro a firma del PD, che introducono misure di garanzia come l’obbligo di iscrizione alla white list per le imprese che lavoreranno sui cantieri, la gestione da parte del Consiglio dei fondi generati dalla vendita, l’introduzione di un tetto massimo di spesa a carico dell’amministrazione per le bonifiche del Parco dei Capitani, dove sorgerà il nuovo impianto e misure volte all’inclusione, antidiscriminazione e accessibilità degli spazi.
La maggioranza di Sala si spacca sul voto
Il voto favorevole della maggioranza è stato letto dal capogruppo del PD, Beatrice Uguccioni, come una vittoria del confronto politico e della democrazia: “Le ultime settimane hanno visto una gestione politica, con un mandato chiaro, e ci sono stati risultati importanti. Abbiamo ancora una volta dimostrato il valore della politica, del confronto e dell’ascolto.” La Uguccioni ha sottolineato come il voto a favore sia stato possibile anche grazie all’approvazione degli emendamenti.
Di tutt’altro avviso è stato Marco Fumagalli, capogruppo della Lista Sala, che ha annunciato di non partecipare al voto e le sue dimissioni dal ruolo di capogruppo, criticando aspramente il risultato: “Gli emendamenti che abbiamo approvato quanto possono restituire alla comunità? Credo poco. Nel dibattito non ci si è mai concentrati sul danno ambientale e sulla salute dei cittadini”. Simbolicamente, Fumagalli ha donato al PD un modellino di San Siro, con un mattoncino a rappresentare il nuovo impianto.
L’ira delle opposizioni
Le opposizioni non hanno risparmiato critiche. Riccardo Truppo (FdI) ha parlato di “scempio della democrazia” e di “prova di debolezza” della maggioranza, esprimendo un secco “Vergogna”. Francesca Cucchiara (Verdi) ha stigmatizzato l’uso della “tagliola”, accusando la maggioranza di aver fatto gli “interessi dei privati”. Infine, Mariangela Padalino (Noi Moderati) ha denunciato un “colpo duro alla città” e parlato di “autoritarismo”. Il consigliere forzista rimasto in aula, Alessandro De Chirico, ha ribadito il suo voto contrario ma i suoi colleghi, uscendo dalla sala, hanno nei fatti accettato la delibera. Forza Italia, infatti, non è mai stata contraria alla vendita dello stadio.
Nonostante le forti tensioni e le spaccature interne alla stessa maggioranza (con il caso delle dimissioni di Fumagalli), la delibera è passata, aprendo la strada al progetto di Inter e Milan e concludendo una delle maratone consiliari più accese degli ultimi tempi. La decisione, presa in extremis, è destinata a lasciare un segno profondo nel futuro urbanistico e sportivo della città di Milano.
Fonte: Rainews
San Siro scuote Pd e FI. La Russa: ‘Errore aiutare Sala’.
Il sindaco soddisfatto ma c’è il nodo della maggioranza. I club: ‘Passo storico’.
Il via libera alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Inter e Milan non è un passaggio politico indolore e scuote il centrosinistra con la maggioranza a trazione Pd e, a sorpresa, anche il centrodestra, mentre il sindaco Giuseppe Sala si dice “soddisfatto” del risultato e guarda ai prossimi passi amministrativi con una rivendicazione: “Non ho mai fatto pressione su nessuno”.
A scatenare divisioni e recriminazioni è la posizione di Forza Italia che durante il voto sulla delibera ha deciso di uscire dall’aula e ha aiutato così la maggioranza ad approvare la vendita.
Al centrosinistra infatti servivano 25 voti ma ne aveva 24 a causa di sette dissidenti interni, tre del Pd, tre dei Verdi e uno del gruppo misto.
Più il capogruppo della lista Sala che non ha partecipato al voto. Così FI ha rotto il blocco del no del centrodestra e si è dissociata da FdI, Lega e Noi Moderati che hanno bocciato la vendita.
“Ieri Forza Italia, sullo stadio a Milano, ha rotto il fronte in maniera sbagliata, secondo me, nei modi più che nella sostanza, ma nei modi sicuramente”, ha commentato il presidente del Senato ed esponente di FdI, Ignazio La Russa. Mentre la Lega, con la vicesegretaria Silvia Sardone che è anche consigliera comunale ha attaccato gli Azzurri, “che hanno salvato la poltrona del sindaco Sala” decidendo di fare da “stampella” al Pd.
Per niente d’accordo con questa ricostruzione il coordinatore lombardo del partito e deputato Alessandro Sorte che ha replicato secco alla Sardone chiedendole “se è in Consiglio comunale per amministrare o per urlare?”.
“Se vuoi amministrare, devi ragionare. Forza Italia ragiona sempre nell’interesse dei cittadini, senza girarsi dall’altra parte” ha spiegato, aggiungendo che “con il voto sulla delibera San Siro, Forza Italia ha certificato la fine dell’attuale maggioranza e del progetto del cosiddetto ‘campo largo’ a Milano”.
A criticare “la stampella” di Forza Italia alla maggioranza è anche il centrosinistra e in particolare i Verdi: “ai consiglieri di FI dovete baciare i piedi”, ha detto Carlo Monguzzi. Duri anche Francesca Cucchiara e il capogruppo Tommaso Gorini che ora si riservano “di aprire un confronto con gli organi dirigenti locali e nazionali del partito, per valutare la nostra posizione nelle istituzioni milanesi”.
Una frase che sembra mettere in forse la loro permanenza all’interno della maggioranza. Per il sindaco Sala la maggioranza che lo sostiene dal 2021 “esiste ancora. Non ho intenzione di cambiare nulla – spiega – ma se i Verdi vorranno fare una cosa diversa, ne parleremo”. E il problema del voto non si pone: “Non mi scandalizzo se Forza Italia partecipa ad un percorso del genere sullo stadio” mentre sul fatto che la maggioranza si è fermata a 24 voti aggiunge che “in certi momenti voglio essere anche un pochino cinico, conta il risultato”.
Quello dei tre consiglieri del Pd che hanno votato contro non è un tema per il sindaco e anche i Dem rivendicano quanto fatto in aula. “Ieri il Partito Democratico si è assunto una responsabilità importante per la città”, ha detto il segretario cittadino Alessandro Capelli. Intanto si guarda ai prossimi passi sulla vendita di San Siro con il rogito entro il 10 novembre, quando scatterà il vincolo sul secondo anello. Per Inter e Milan l’approvazione della delibera “è un passo storico e decisivo per il futuro dei club e della città”, che ora potrà avere un nuovo stadio che sarà “un’icona architettonica”.
“Finalmente siamo arrivati in porto, era una cosa che attendevo da molti anni, sono veramente contento”, ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni che ora intende “dare a Milano lo stadio più bello d’Europa, e forse del mondo”.
Fonte: Ansa
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