“L’Umbria per la sua posizione
geografica si conferma ancora una volta uno dei nodi strategici
delle rotte criminali: piu’ del 10 per cento delle inchieste
condotte contro questo tipo di traffico illecito vedono
coinvolte a vario titolo imprese e soggetti di questa regione”.
Il presidente di Legambiente Umbria, Alessandra Paciotto,
commenta cosi’ l’operazione condotta dai carabinieri del Noe di
Perugia e da quelli per la tutela dell’ambiente, coordinati
dalla procura di Terni, che ha permesso di disarticolare una
presunta organizzazione, costituita in Umbria e Lazio, dedita
al traffico illecito di rifiuti speciali costituiti da batterie
al piombo esauste.
“E’necessario – ha ribadito – mantenere alta la guardia e
contrastare con mezzi sempre piu’ efficaci questo fenomeno
criminale che e’ una vera e propria piaga per il nostro Paese e
un ostacolo allo sviluppo dell’imprenditoria sana”. Paciotto
rileva che “secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente
nel 2008 l’Umbria e’ stata piu’ volte coinvolta in inchieste
giudiziarie contro traffici illeciti di rifiuti. Con 33
infrazioni accertate nel settore del ciclo dei rifiuti, 136
persone denunciate e 67 provvedimenti di sequestro effettuati,
la regione si colloca al quattordicesimo gradino della
classifica nazionale dell’illegalita’ nel ciclo dei rifiuti,
salendo dunque di due posizioni rispetto a quella occupata nel
2007”.
“Smaltire illegalmente rifiuti tossici – ha aggiunto
Paciotto – e’ un atto criminoso che attenta alla salute
pubblica e alla salvaguardia dell’ambiente. Per questo deve
essere contrastato, oltre che dalle forze dell’ordine, anche
delle istituzioni locali e dai cittadini che possono
contribuire alla costruzione di un sistema di legalita’
organizzato, che sappia tenere testa alle azioni criminali
dell’ecomafia, denunciando i casi di aggressione al
territorio”.
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