“Ringrazio Andrea Malaguti e Sigfrido Ranucci per aver accolto il nostro invito alla prima giornata dei lavori del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti dedicato alle iniziative da assumere ia difesa dell’autonomia della professione imposta dal drammatico attentato al vicedirettore di Report. Così il presidente del CNOG Carlo Bartoli ha accolto i colleghi insieme al Consiglio riunito.
” Da alcuni mesi abbiamo assistito a episodi preoccupanti – ha detto Bartoli- una testa mozzata e pelle di capretto recapitata ad una collega”; A Udine giornalisti sono stati feriti a sassate. ”Qualche giorno dopo l’episodio più drammatico: Il chilogrammo di tritolo sotto l’abitazione di Sigfrido”. ”Dobbiamo prendere atto che siamo arrivati ad un punto cruciale, in un clima sociale e culturale preoccupante. A fare da sfondo un rancore che esplode in varie situazioni e investe tante figure, che in qualche maniera diventano catalizzatrici delle violenze”.
”Abbiamo una direttiva europea contro le slapp che non è stata ancora recepita e l’altro elemento grave è che c’è una narrazione da parte di istituzioni ed esponenti della politica che mina la nostra professionalità”. ”Un’alta carica dello stato ha definito la redazione di Report “diffamatori seriali”. Quando viene aggredito un infermiere o un insegnante c’è un clima generalizzato di solidarietà ma quando c’è di mezzo un giornalista l’atteggiamento è quasi sempre giustificativo: “in fondo un po’ se la sono cercata”. Occorre denunciare sempre, se c’è violenza”.” L’ informazione non deve essere sottoposto al potente di turno che usa un manganello virtuale che in mano a qualche delinquente possa diventare un’arma reale.”
Il direttore de La Stampa Malaguti ha ricordato quanto accaduto al convegno del Cnel che doveva costituire un momento per raccontare quanto stava accadendo a Gaza ma che invece è diventato un processo alla stampa con la diffusione di dati distorti. “Alla Stampa – ha detto il direttore – abbiamo commentatori che hanno diverse posizioni, facciamo parlare tutti ma abbiamo una linea chiara: crediamo ancora nei valori occidentali e quando dobbiamo scegliere la nostra scelta ha sempre a che vedere con un principio di umanità. In questi ultimi 5 anni – ha detto – l’umanità si è divisa tra quelli che erano per la scienza e quelli contro, con l’idea del grande complotto che domina le nostre esistenze. Poi è arrivata la guerra in Ucraina e qui si è riproposta un’altra frattura. Quindi il 7 ottobre, e ancora un’ulteriore frattura tra chi sta da una parte e chi da un’altra. Noi – ha aggiunto – non sappiamo più qual è il nostro baricentro e siamo costretti a stare da una parte o dall’altra. Certi valori non esistono più e anche la stampa ha un problema gigantesco. C’è un nuovo schema valoriale per cui libertà e democrazia non sono più sistemi compatibili. Stiamo vivendo un tempo tremendo in cui tutti abbiamo responsabilità gigantesche: i giornalisti vengono attaccati quotidianamente e temo che questo accada perché alcuni giornalisti non sanno più fare il loro mestiere. I “giornaloni”, come spesso vengono definiti, hanno ancora un rapporto diretto con quello che accade, hanno gli inviati, i corrispondenti che vanno a verificare nei luoghi le notizie, investono denaro per produrre contenuti certificati che però vanno a finire, replicati, sui social o su altre piattaforme online, le stesse che spesso sparano a zero sul giornalismo”. ”Ormai – ha proseguito – siamo come un ristorante stellato dove si va a mangiare e poi non si paga, magari criticando anche per la qualità del servizio. Dovremmo ritrovare un modo di fare giornalismo, andare a vedere e non limitarci a rimbalzare sui social, se non c’è informazione professionale, c’è un capitalismo delle libertà.- ha concluso Malaguti- C’è un problema di valori nella nostra società che si riflette nell’informazione.
Ranucci ha respinto le accuse del garante della privacy che lo ha criticato per aver violato il codice deontologico: ”accusa per la quale il consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti mi aveva già assolto, il garante della privacy si è dunque appropriato di un ruolo che è competenza dell’Ordine che per legge ne è custode.. ”“Importante -ha aggiunto – è capire e mobilitarci per comprendere quello che sta avvenendo. L’inchiesta che abbiamo fatto sul Garante della privacy è stata fatta perché da tempo abbiamo ricevuto segnalazioni di cose che non funzionavano in quell’organismo. E anche questa sentenza nei nostri confronti conferma come l’autorità si si in questo caso trasformata dallo strumento indipendente creato da Stefano Rodotà in qualcos’altro”. ”Domenica torneremo a raccontare altre vicende che dimostrano come questo paese sia malato. Prendiamo atto che c’è stata una presa di posizione da una parte politica ma coloro che hanno nominato questi personaggi non hanno risposto. – quindi ha aggiunto- noi dobbiamo riappropriarci della nostra professione. Dobbiamo riempire di contenuti la difesa per la libertà di stampa”
Bartoli infine ha ricordato che “avremmo potuto portare decine e decine di testimonianze di colleghi minacciati, come stanno a dimostrare i numeri sempre in aumento”.
Nel dibattito che è seguito, si è ricordato come il nuovo codice deontologico, recentemente approvato, sia uno strumento a disposizione del cittadino. È emersa l’opportunità di realizzare un incontro con gli editori sul ruolo del giornalista, la necessità di accendere i riflettori attraverso azioni di solidarietà vwerso i colleghi che non sono sotto i riflettori. I giornali si stanno socializzando sempre di più e questo mette in discussione il ruolo del giornalista”. Si e’ convenuto sull’esigenza di chiedere alle istituzioni e alla politica un cambio di passo a protezione della professione e di chi per conto dei cittadini la esercita.



