Piantedosi perde in Tribunale, a Trapani sospeso il fermo di Mediterranea

Mediterranea ONG

“Il ministro dell’Interno aveva voluto costruire una pesante speculazione politica sul nostro caso, ma questa volta il diritto è più forte della propaganda”.

La nave della Ong italiana Mediterranea Saving Humans lo scorso agosto in mare, a 30 miglia dalla costa libica di Tripoli salvò dieci persone, tutti giovanissimi, e tutti aventi titolo a chiedere asilo politico, provenendo da zone pericolose, di guerra e carestie, vittime di persecuzioni. Salvataggio drammatico. Dalla nave Ong si sono visti i militari libici sparare contro di loro e alcuni sono stati gettati in mare senza più tornare a galla.

Una volta compiuto il salvataggio, l’imbarcazione per ordine del Viminale avrebbe dovuto far rotta verso Genova, quale porto assegnato. Per i naufraghi altri giorni di navigazione imposti a dispetto delle loro condizioni di salute, accertate non buone dai medici di bordo. Da qui la decisione di contravvenire per ragioni umanitarie all’ordine ministeriale e far rotta verso il più vicino porto di Trapani.

Sbarcati i naufraghi contro la Ong è arrivata dalla Prefettura una multa salata, 10 mila euro e il fermo per 60 giorni. Decisione adesso annullata dal Tribunale di Trapani. Il ministro Pianedosi è stato dichiarato soccombente, ancora una volta un giudice ha definito illecito il provvedimento assunto contro una Ong, che in mare salva vita umane e non compie illegittimità.

Il Tribunale di Trapani ha accolto il ricorso presentato dal Comandante e dall’Armatore della nave Mediterranea: la giudice Federica Emanuela Lipari, in attesa di pronunciarsi sul merito complessivo della vicenda, intanto ha censurato l’illegittimità del provvedimento dando ragione alle argomentazioni presentate dalle avvocate Cristina Laura Cecchini e Lucia Gennari, insistendo sul fatto che il Viminale ha ignorato tutte le richieste “sempre motivate in ragione delle circostanze concrete” con cui dalla nave chiedevamo una “riassegnazione del porto sicuro di sbarco.”

Ma ancora più chiaro è il pronunciamento sulla legittimità del fatto che la Mediterranea si sia diretta su Trapani “a tutela delle persone tratte in salvo… tenuto conto delle loro condizioni di vulnerabilità e di fragilità, sia sul piano fisico che psicologico.” In sostanza la “trasgressione delle indicazioni delle autorità” è mossa da “esclusivo spirito solidaristico, a tutela dei soggetti fragili che si trovavano a bordo dell’imbarcazione” e quindi finalizzata “a salvaguardare gli obiettivi di tutela della vita e della salute in mare” di cui gli Stati dovrebbero essere portatori sulla base delle diritto internazionale che regola la materia.

Infine il Tribunale ha affermato che la nave deve essere liberata al più presto perché altrimenti si pregiudicano gli “obiettivi umanitari e solidaristici”, ritenuti “particolarmente meritevoli di tutela poiché finalizzati alla salvaguardia della vita umana”, perseguiti da Mediterranea.

“Il ministro dell’Interno Piantedosi aveva voluto costruire una pesante speculazione politica sul nostro caso – dicono dalla Ong – voleva una punizione esemplare per colpire la nostra nave, il soccorso civile e la solidarietà in mare, rivendicando apertamente un atteggiamento gravemente lesivo dei diritti fondamentali delle persone salvate. Ma questa volta il diritto è più forte della propaganda governativa, e di ordini e provvedimenti ingiusti e illegittimi: la vita e la salute delle persone vengono per prime e l’imposizione di un porto lontano si rivela per quello che è: una inutile e illegale crudeltà, oggi sconfitta. Mediterranea tornerà presto in missione in mare, a fare invece quello che è giusto fare: soccorrere”.

La Procura di Trapani intanto si sta occupando dell’esposto che la Ong ha presentato contro i militari libici in merito al “tentato omicidio dei dieci ragazzi tratti in salvo. Sono stati prodotti assieme alla denuncia video e foto.

I fatti risalgono nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2025, i ragazzi sono stati gettati in mare da un’imbarcazione militare, in acque internazionali. L’atto di abbandonare deliberatamente le persone in acqua vicino a navi di soccorso, mettendo a grave rischio la loro vita, sarebbe una pratica utilizzata dai trafficanti di esseri umani ed è definita “jettison”. Mediterranea ha poi scoperto che l’imbarcazione militare che ha gettato in mare i naufraghi il 21 agosto era esattamente una di quelle che, il 18 agosto, aveva circondato, minacciato e cercato di intimidire la loro nave per allontanarla dalle acque internazionali.

“Questa volta ci sono prove video e fotografiche che non possono essere occultate: i trafficanti libici che hanno gettato con la violenza in alto mare, davanti alla nostra nave di soccorso, i dieci giovani profughi, che ci hanno raccontato essere stati tenuti sequestrati da tempo nei lager libici”. I militari sono stati identificati quali appartenenti agli apparati militari del governo di Tripoli e sono soldati della famigerata 111ma Brigata, comandata dal potente Viceministro alla Difesa del governo Dbeibah”.

Nello scenario ci sarebbero responsabilità di apparati anche del Governo italiano. “Lo abbiamo sempre saputo – dicono da Mediterranea – che la cosiddetta guardia costiera libica altro non è che una copertura costruita in particolare dai servizi segreti italiani, per bande di criminali come Almasri, e che la sua funzione è quella di una polizia di frontiera illegale, adibita alla cattura e alla deportazione dal mare di esseri umani, donne uomini e bambini, in aperta violazione delle convenzioni internazionali e di ogni principio di umanità”.

“Gli scafisti sono i boss che il ministro dell’Interno italiano riceve al Viminale, quelli della proficua collaborazione come viene definita dai comunicati ufficiali del governo” ha denunciato l’Ong. Il riferimento è all’incontro avvenuto il 4 settembre scorso tra il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e il Sottosegretario alla Difesa libico Abdul Salam Al-Zoubi, lo stesso a capo dalla Brigata ed identificato da Mediterranea.

“Hanno paura, come l’hanno avuta con Almasri, di quello che potrebbe venire fuori in un processo rispetto alla complicità con ricercati per crimini contro l’umanità. È il motivo per il quale dal 2019 siamo spiati dai servizi segreti, e con questo governo, con l’uso di un software militare come Paragon Graphite. Ma stavolta li abbiamo fotografati e filmati, siamo risaliti alle loro identità, sappiamo chi sono. Abbiamo inviato anche alla Corte penale internazionale tutto il materiale, e alla sbarra stavolta dovrebbero andare non solo i criminali dei lager e delle fosse comuni, ma anche chi li protegge e chi li finanzia. Diranno, come a Norimberga, che era ragion di Stato?” hanno concluso dalla Ong.

Mediterranea a Trapani è stata accolta da una rete di partiti, Pd, Avs, Sinistra Italiana, associazioni, come Libera, Articolo 21 e Anpi, da volontari, dai sindacati, come la Cgil, da tantissimi cittadini, che non hanno tardato ad esprimere solidarietà. Una città che non si rispecchia in un Consiglio comunale che a maggioranza ha deliberato contro la proposta dell’amministrazione guidata dal sindaco dem Giacomo Tranchida, che voleva concedere cittadinanza onoraria agli equipaggi delle Ong.


https://liberatestardi.websitefortest.uk/2025/08/27/trapani-il-sit-in-di-associazioni-partiti-e-movimenti-in-solidarieta-alla-nave-mediterranea/

https://liberatestardi.websitefortest.uk/2025/03/26/i-servizi-segreti-hanno-spiato-mediterranea-per-ordine-di-mantovano/