Per Goffredo Fofi: un brevissimo ricordo ed una sua pagina recente

GOFFREDO FOFI

Sulla “lezione antica di Goffredo” e “sulle indicazioni che ci dà”.

Ricordo tante volte, fianco a fianco, in Cucina, per il turno di lavaggio dei piatti di più di 100 bambini (non c’era lavastoviglie !)

Ho nelle orecchie Goffredo “maestro” di filastrocche in giardino (…Sei proprio tu quel pezzettin del mio codin che ho perduto un dì ????)

Riunioni in giro per l’Italia a cercare sostenitori, con lui e la mia amica norvegese Berit Freegaard Buonomo… (eravamo noi la Segreteria…)

Goffredo a portarci ospiti illustri… cito solo per tutti Elsa Morante.

Goffredo con i giovani del quartiere Montesanto, anche quelli “esposti” alle situazioni più tragiche…

Poi lui di casa con Peppe Carini e Cinzia Mastrodomenico a Montesanto e poi ai Tribunali sull’antico Teatro romano. Ma permettetemi di ringraziare Roberto Andò, che invitandolo spesso proprio qui al Mercadante, mi ha dato l’occasione di rivederlo dopo tante stagioni, con l’affetto e le lezioni di sempre….

Ci ha insegnato, con la sua stessa vita..

Ad essere radicali nelle scelte e conseguenti nei comportamenti di vita pubblici e privati.

Intransigenti con le Istituzioni, ma anche collaborativi.

Infaticabili, senza risparmio di forze, nello studio e nell’azione verso i più deboli e indifesi.

Qualche citazione da “Quante storie. Il sociale dall’Unità ad oggi” (Altreconomia)

“Il più famoso romanzo d’inchiesta è stato senz’altro “Gomorra” di Roberto Saviano….Dobbiamo a lui la comprensione di come la criminalità non sia solamente quella dei morti ammazzati, ma soprattutto quella meno visibile della grande e piccola finanza. Fare un’inchiesta è un lavoro faticoso e difficile, richiede tempo e lavoro per arrivare ad una buona comprensione dello stato delle cose. 

Di conseguenza, l’inchiesta sociale ha subìto un forte declino. Anche gli operatori sociali più accorti hanno ceduto alla retorica della denuncia e a qualche forma di narcisismo, perlopiù incuranti di indicare strade di interventi possibili ed efficaci…. La tragica morte di Moro e quella non meno dolorosa di Berlinguer hanno chiuso purtroppo la possibilità di un’Italia migliore. Peraltro la denuncia è diventata anche un genere letterario nei modi di un poliziesco che affrontava piuttosto superficialmente i grandi nodi della corruzione e del crimine nel nostro paese….

Nei nostri anni crediamo di poter sapere tutto, giorno per giorno e momento per momento, grazie ad Internet e ai social media. È forse vero ? Sappiamo tutto e intuiamo tutto, meno che l’ essenziale: la necessità di intervenire nella realtà per cambiarla….Mi viene in mente una lettera che mi scrisse Aldo Capitini in risposta ad una mia dove gli dicevo che, dopo l’inchiesta sull’immigrazione dei meridionali a Torino, ne andavo facendo un’altra sui ragazzini pugliesi affittati per l’estate dai padroni di pascoli della Val d’Aosta. 

Mi diceva che oggi tutti vogliono fare inchieste e nessuno pensa più alla rivoluzione… Ma l’inchiesta può diventare un alibi per non agire. Ha un senso se una volta capito il problema, lo si affronta per risolverlo praticamente….Siamo in tanti oggi che ci diamo da fare a vantaggio dei meno abbienti, dei bambini, degli immigrati, dei malati, degli abbandonati. Ma contiamo molto poco. Il nostro grande vuoto riguarda la politica….

Sapere e capire deve servire ad un’azione coerente ed intelligente. A nuove forme di politica ed intervento sociale piu rigorose e più coraggiose di quanto oggi noi non riusciamo a proporre.

Ma è importante chiedersi: che cosa posso fare io… Unirsi ad altri, a tanti altri, diversi ma simili a noi, nel rispetto delle diversità e nel rispetto della natura….La crisi che il mondo attraversa riguarda anche gli operatori sociali, che così spesso non riescono ad essere all’altezza delle situazioni, di quello che il mondo ci chiede. 

La crisi che tutti attraversiamo ci impone di studiare, di ricostruire alleanze, di lottare. Dí ricominciare. Sapendo meglio in che modo ci muoviamo, chi siamo e a cosa miriamo. (Goffredo Fofi)

* Presidente di AsCenDeR e presidente onorario della Fondazione Giancarlo Siani