Per Gaza un piano di guerra e non di pace!

Fuga da gaza

Alla vigilia del 29 novembre, Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese, la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace e il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” denunciano la grave decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu

Gaza. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva un piano di guerra e non di pace

  • La Risoluzione 2803/2025 è un nuovo attentato alla pace e ai diritti umani, all’Onu e al Diritto Internazionale dei Diritti Umani, alla legalità e all’autodeterminazione dei popoli
  • La Risoluzione viola la Carta dell’Onu e riconosce la legge del più forte
  • Ignorate le Risoluzioni Onu che sanciscono il principio “Due Stati per due Popoli”
  • Tolto all’Onu il compito di ristabilire e assicurare la pace e fornire protezione e assistenza ai palestinesi
  • Compromesso anche il ruolo del Consiglio di Sicurezza

Cosa dice la Risoluzione 2803/2025 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Il 17 novembre 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione su Gaza che segna un punto di svolta senza precedenti nella storia dell’Onu a 80 anni dalla sua fondazione. Essa infatti toglie all’Onu il potere che la Carta delle Nazioni Unite le affida di mantenere pace e sicurezza internazionale per attribuirlo ad una entità esterna, il “Board of Peace”, pensata e guidata dal Presidente degli Stati Uniti, di cui non si conoscono i membri. E’ un nuovo atto di un colpo di stato latente. Un attentato diretto contro la “costituzione” mondiale e dunque contro l’ordine internazionale stabilito a San Francisco nel 1945.

La Risoluzione 2803 è stata adottata con 13 voti favorevoli (10 membri non permanenti: Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Republic of Korea, Sierra Leone, Slovenia, Somalia; 3 membri permanenti: Francia, Regno Unito, Stati Uniti) e 2 astensioni (Russia e Cina).

Con questa Risoluzione viene compromessa la stessa ragion d’essere dell’Onu, quella per la quale era stata creata all’indomani della seconda guerra mondiale. Il diritto internazionale dei diritti umani generato e sviluppato dall’Onu viene messo da parte. La nuova legge è quella del più forte, anche nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’obiettivo non è più quello di riconoscere al popolo palestinese gli inalienabili diritti all’esistenza e all’autodeterminazione, bensì quello di mantenere quel popolo sotto dominio coloniale, proseguendo la pulizia etnica e la strategia genocidaria. Le continue uccisioni di palestinesi a Gaza, le continue restrizioni imposte all’accesso nella Striscia dei più urgenti aiuti umanitari e i continui attacchi dei coloni e dell’esercito israeliano in Cisgiordania tra i palestinesi confermano questa tesi.

Ma andiamo con ordine. La Risoluzione 2803/2025 è articolata in due parti.

La prima contiene un breve preambolo nel quale, anziché richiamare la Carta delle Nazioni Unite e le precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza sulla Questione Palestinese, come è prassi, richiama il “Comprehensive Plan to End the Gaza Conflict” del 29 settembre 2025 del Presidente Trump e “la storica Dichiarazione Trump per una Pace e Prosperità Durature del 13 ottobre 2025 e il ruolo costruttivo svolto dagli Stati Uniti d’America, dallo Stato del Qatar, dalla Repubblica Araba d’Egitto e dalla Repubblica di Turchia, nell’aver facilitato il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”.

La seconda parte contiene il dispositivo articolato in 10 punti che costituiscono altrettante decisioni del Consiglio di Sicurezza che…

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Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace