Libera e lavialibera, in collaborazione con Fondazione Giancarlo Siani e Articolo 21 portano la macchina da scrivere del giovane giornalista in un viaggio in treno attraverso l’Italia.
“Giancarlo Siani, la verità non muore” è il titolo dell’iniziativa che prevede sette tappe, undici appuntamenti dalla Campania al Piemonte, passando per Lazio, Emilia-Romagna e Lombardia.
Dalle 18 del 24 settembre la macchina da scrivere di Siani sarà esposta presso la sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina in corso della Repubblica dove interverranno Vittorio Buongiorno, capo redazione del Messaggero di Latina, Tonj Ortoleva, direttore di Latina Oggi, Elena Ciccarello, direttrice della rivista La Via Libera, Anna Lisa Di Prospero referente Libera Latina e Gianpiero Cioffredi, referente Libera Lazio. Sono invitate le autorità civili e militari, i sindacati, le associazioni.
Il 27 dalle ore 10 alle ore 23 l’Olivetti M80 sarà esposta in piazza dell’Unità d’Italia di Fondi dove alle 18.00 interverranno Graziella di Mambro, giornalista di Latina Oggi e responsabile legalità di Articolo 21 e Marco Omizzolo, sociologo e scrittore con Antonella Fiorillo referente del presidio di Libera Sud Pontino don Cesare Boschin. Il 28 settembre la macchina da scrivere verrà esposta al Monastero San Magno.
“Già prima dell’omicidio, la voce di Giancarlo subiva un altro tipo di minaccia – ricorda Luigi Ciotti nell’editoriale de ultimo numero de lavialibera dedicato al giovane giornalista napoletano –. Perché quel professionista così serio non era considerato un “vero” giornalista. Del giornalista non aveva le tutele economiche né giuridiche: era un precario, un “manovale” dell’informazione, miseramente retribuito e non sempre autorizzato a firmare i propri pezzi. Forse, con una situazione contrattuale dignitosa sarebbe stato ucciso comunque. Ma fa ancora più male sapere che prezzo altissimo ha pagato… qualcuno pagato così poco per il suo prezioso lavoro”.
“L’iniziativa di Latina si inserisce in un contesto di profonda preoccupazione per le esplosioni avvenute nelle ultime settimane frutto di una guerra tra clan mafiosi per il controllo delle piazze di spaccio. Questi atti di violenza non sono semplici episodi criminali: sono segnali chiari di una presenza mafiosa radicata, che mira a imporre il proprio potere attraverso il terrore. Le bombe ci svegliano ma non ci intimidiscono. Latina non può e non deve abituarsi a questa escalation. È il momento di una risposta forte, corale, che coinvolga cittadini, istituzioni, scuole, associazioni e imprese. Le mafie si nutrono di silenzio, ma muoiono di partecipazione” afferma Anna Lisa di Prospero referente Libera Latina.
“Nell’esprimere la nostra gratitudine e il nostro sostegno alla preziosa azione delle Forze di Polizia, della Prefettura e della Procura di Latina avvertiamo la necessità di un risveglio delle coscienze, del protagonismo dei cittadini perché le mafie si combattono anche con la cultura, con la partecipazione, con la giustizia sociale”, conclude Gianpiero Cioffredi, referente di Libera Lazio.
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