Daphne Caruana Galizia era una giornalista, nota per le sue inchieste sulla corruzione e la criminalità finanziaria. È stata uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017 di fronte alla sua casa di Bidnija, nel nord dell’isola di Malta. Tra i 300 e i 400 grammi di TNT, piazzati sotto il sedile del conducente, hanno fatto esplodere in aria l’auto su cui la vittima era appena salita.
Daphne Caruana Galizia aveva iniziato la sua carriera giornalistica nel 1987 per l’edizione domenicale del Times of Malta, per poi diventare condirettrice del Malta Indipendent nel quale era passata ad avere il ruolo di editorialista. È stata direttrice della rivista Taste & Flair e aveva un blog seguitissimo, Running Commentary, con il quale era divenuta ormai la coscienza dell’isola di Malta.
Da anni denunciava il diffuso malcostume sull’isola, ridotta ad un feudo nelle mani di corrotti e criminali. Dal gioco d’azzardo alla vendita dei passaporti, dalle società offshore mai dichiarate dai governanti all’approvvigionamento del gas sull’isola, ai contrabbandieri che agivano tra l’isola, la Libia e l’Italia. Tutte piste che Caruana Galizia aveva cominciato a seguire, senza avere il tempo di portare a termine le sue indagini.
Nel 2016, anche grazie alla partecipazione di suo figlio Matthew nel Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), è stata la prima a lanciare la notizia del coinvolgimento di due politici governativi nei Panama Papers. In seguito a questo è stata nominata dalla testata Politico.Eu, come una delle “28 persone che avrebbero scosso l’Europa nel 2017”. Due settimane prima della sua morte, la giornalista aveva presentato una denuncia alla polizia per aver ricevuto minacce di morte. Dal 2018 l’isola ha un nuovo premier e una società civile più vigile, che chiede rinnovamento.
Il 16 ottobre saranno passati 8 anni dalla barbara uccisione di Daphne Caruana Galizia, oggi a Malta giornalisti e scrittori giunti anche dall’estero la ricorderanno e al Valletta Volunteer Centre si terrà una conferenza su come adottare un Manifesto a sostegno del giornalismo in Europa.
L’Ordine nazionale dei giornalisti non dimentica il sacrificio di Daphne per aver onorato il suo mestiere. La sua storia, insieme a quelle di migliaia di altre giornaliste e giornalisti racconta la necessità di un diritto inalienabile alla verità che deve essere lo stesso in tutto il mondo.
Ordine nazionale dei giornalisti
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