Il vertice di Budapest tra Trump e Putin sfuma della confusione totale.
Ogni presunta svolta degli ultimi giorni rispetto all’Ucraina riceve una smentita quasi istantanea e diventa sempre più difficile orientarsi in questa montatura mediatica che muove la politica trumpianae e le trappole Ue, per Mosca ‘la forza più distruttiva sulla scena internazionale’.
Il trumpismo d’assalto si infrange a Kiev
Già nella mattinata di ieri Reuters, aveva annunciato che il tanto atteso secondo round tra i due presidenti era rimandato a data da destinarsi, o comunque non si sarebbe tenuto «a breve» come annunciato con tanto clamore in precedenza. La fretta politico elettorale del Mid Term di Trump. «Entro un paio di settimane» magari forzando gli accordi reali. E i dettagli dovevano essere discussi dai due ministri degli esteri, Rubio e Lavrov ad evitare figuracce ai leaders. Ma qualcosa è andato storto, qualche manina e qualche forzatura di troppo. La lunga telefonata tra i due aveva già ottenuto importanti risultato, ed evitato i Tomahawk Usa a Kiev, scongiurare pericolose escalation.
Lettura dei fatti da Mosca
I media russi danno una rappresentazione di ciò che è successo molto diversa dall’epica trumpiana. Sul seguitissimo programma «Sera» il conduttore Vladimir Solovëv, alfiere di Putin e dell’Operazione militare speciale, Trump è stato presentato come uno sprovveduto che cede a tutte le richieste del Cremlino e che vive solo di adulazione. Un cambio di tono non trascurabile nelle relazioni tra Usa e Russia. Poi il media Usa Axios ha dichiarato che neanche Rubio e Lavrov si incontreranno, ufficialmente perché la loro telefonata è stata «produttiva». E la Cnn che aveva parlato di stand-by viene bastonata a parole dallo stesso Lavrov.
Sintesi ufficiale del probabile
I due ministeri degli esteri, sempre e solo per telefono: «Abbiamo discusso la situazione attuale e come possiamo preparare il prossimo incontro. Dopotutto, la cosa più importante non è il luogo o la tempistica, ma come procederemo con la sostanza dei compiti concordati e sui quali è stata raggiunta un’ampia intesa ad Anchorage». Incidente di ‘tecnica contrattuale’?
L’Europa più o meno ‘volenterosa’ assiste
L’Europa, schiacciata ai margini nella crisi ucraina dal protagonismo di Trump, usa la voce per ripetere il suo sostegno incondizionato a Kiev. E con Zelensky ormai parte, i principali leader europei ripetono legati che «i confini internazionali non possono essere cambiati con la forza», e nuovo punto di partenza dei negoziati come risposta diretta alla richiesta di cessione del Donbass avanzata da Washington a Zelensky nel corso dell’incontro di lunedì alla Casa Bianca. Mentre, parere più reale e diffuso nel realismo Usa, l’idea che la pace debba tenere in conto il fronte di combattimento così come è al momento, mentre tra le novità spicca quella di un comitato di pace, presieduto dal presidente Usa, a supervisionare l’attuazione del piano.
Dici una cosa e fai il contrario
I 13 leader «volenterosi» o quasi, dichiarano di «sostenere con forza la posizione del presidente Trump» in favore dell’immediato cessate il fuoco. Tra i firmatari ci sono vertici Ue (von der Leyen e Costa), insieme al cancelliere tedesco Merz, al presidente francese Macron, al premier britannico Starmer, al primo ministro polacco Tusk, alla presidente del consiglio Meloni, a cui si è unito in un secondo momento il premier spagnolo Sánchez, precisa il manifesto. Tra il dire e il fare, l’Europa cerca di blandire Washington con conto già salato che sta pagando tra costosi petrolio e armi Usa. Comprare armi a stelle e strisce da girare a Kiev. Secondo una stima diffusa dal sito United24, riconducibile al governo ucraino, già spesi almeno 2 miliardi di dollari. Un esborso previsto in crescita, fino a 3,5 miliardi già nel mese di ottobre, con altri paesi pronti a seguire.
Europa solo di tasca
Il presidente ucraino sarà ospite invece domani del Consiglio di Bruxelles, dove il futuro di Kiev sarà al centro delle discussioni e delle decisioni dei 27. Il primo ministro ungherese Orbán, che sull’incontro di Budapest non perde le speranze, salterà la discussione, arriverà solo nel pomeriggio inoltrato, per ragioni legate ai festeggiamenti della rivoluzione ungherese.
E la Nato corre a Washington
Intanto il segretario generale della NATO, Mark Rutte, si recherà a Washington, dove domani incontrerà il presidente. Forse troppe ‘voci’ alleate europee ‘di disturbo’. Mentre ormai appare chiaro che Mosca rimane contraria a un cessate il fuoco immediato, auspicato nei giorni scorsi da Trump e chiesto oggi in una dichiarazione congiunta dal presidente ucraino Zelensky e dai principali leader europei. Secondo Lavrov, un semplice congelamento dei combattimenti farebbe «dimenticare le cause profonde di questo conflitto», che vanno affrontate nelle trattative di pace.
Le cause profonde del conflitto
Prima fra queste, secondo la Russia, l’espansione della Nato ad est, fino al possibile ingresso nell’Alleanza Atlantica dell’Ucraina, che Mosca vede come una minaccia diretta alla propria sicurezza. Una cessazione immediata dei combattimenti, inoltre, andrebbe contro gli «accordi raggiunti durante le lunghe trattative» fra Putin e Trump al vertice di Ferragosto in Alaska, ha insistito Lavrov, che nel febbraio scorso aveva aveva elogiato il presidente Usa come «l’unico leader occidentale ad aver compreso i timori russi. E proprio in Alaska, aggiunge il capo della diplomazia di Mosca, anche Trump aveva sostenuto che ‘serve una pace duratura e sostenibile e non un immediato cessate il fuoco’».
Sospettabili europei
Quanto alla dichiarazione di Zelensky e degli europei, per Mosca si tratta solo di una campagna della Ue per cercare di impedire il nuovo faccia a faccia dei leader americano e russo. «Non c’è nessuna questione che gli interessi, tranne come danneggiare la Russia, minare le nostre posizioni e rendere più difficile per noi risolvere i problemi che dobbiamo affrontare – ha accusato il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov -. Questo è l’unico obiettivo di tutta la politica dell’Ue. Sono la forza più distruttiva sulla scena internazionale».
Fonte: Remocontro
https://liberatestardi.websitefortest.uk/2025/10/20/trump-putin-a-budapest-da-orban-in-beffa-a-ue-e-volenterosi/



