Gran clamore mediatico per i quattro morti sul lavoro di lunedì. Ma quanti sanno che anche ieri altre tre persone hanno perso la vita sui luoghi di lavoro? E non parliamo neppure dei morti in itinere, che sono da aggiungere a questa conta
Chi sono questi “morti dimenticati”?
Un cittadino romeno di 53 anni, caduto da una facciata al quinto piano a Ostia, di cui ancora non si conosce l’identità.
Il 103° schiacciato dal trattore che guidava dall’inizio dell’anno. Nessuna parola dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, nonostante questa carneficina ricada sotto le sue competenze. La vittima è uno straniero di 47 anni
Un agricoltore, anch’egli con cognome straniero, morto schiacciato dall’albero che stava tagliando vicino ad Assisi.
Eppure, almeno due di queste morti spariranno dalle statistiche. È così per circa il 30% dei casi “ufficiali”: numeri ripuliti prima di essere inviati in Europa, così l’Italia appare più virtuosa di quanto non sia. Lo denuncio da 18 anni, ma la politica continua a fare come le tre scimmie: non vede, non sente, non parla.
Dopo il clamore mediatico di lunedì, non poteva mancare l’ennesimo tavolo della Ministra Calderone con le parti sociali. Tavoli inutili: meglio sarebbe che la Ministra tirasse almeno le orecchie al suo collega dell’Agricoltura, dove lo scorso anno si sono contati ben 143 morti schiacciati dal trattore e che complessivamente rappresentano ogni anno circa il 30% di tutti i morti sui luoghi di lavoro.
Ricordo ancora una volta che i morti sono quasi tutti nelle aziende non sindacalizzate, soprattutto artigiane. Le iniziative fatte nelle grandi aziende servono solo a gonfiare i portafogli di consulenti e società di formazione. Servono invece controlli e investimenti sul territorio: i Comuni devono sapere chi lavora, dove, e se dispone delle condizioni minime di sicurezza. Ma con gli appalti a cascata introdotti dal ministro Salvini, che hanno fatto esplodere i morti in edilizia, questo è diventato quasi impossibile: la responsabilità ricade sempre sull’ultima azienda della catena, mentre le grandi imprese guadagnano senza rischiare nulla.
Un dato che dovrebbe far riflettere: il 33% delle vittime ha più di 60 anni. Dopo la legge Fornero, anche Salvini che prima di ogni elezione fa fuoco e fiamme per abolirle poi una volta eletto se ne dimentica e addirittura da Ministro contribuisce a aumentare l’età pensionabile.
Ecco il mondo al contrario, caro generale Vannacci: si muore di lavoro a 60 anni e oltre, in silenzio, lontano dai riflettori e dalle promesse mancate.
Da 18 anni la la politica fa finta di non vedere il lavoro dell’Osservatorio che denuncia il 30% in più dei morti in più ogni anno anche almeno due dei 3 morti di ieri spariscono dalle statistiche.
* Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro



