Quante sono le nazioni europee disposte a inviare proprie truppe in Ucraina per garantire la sicurezza di Kiev? Ipotesi contraddittorie dallo sgradevole odore di frottole la prima risposta a questa domanda. Con Macron e Zelensky che danno i numeri… ma non i nomi.
Forza di Rassicurazione: chi, come e quando?
Forse 26 i Paesi dei circa 30 ‘aderenti ‘alla cosiddetta ‘Coalizione dei Volenterosi’ disposti a una ‘forza di rassicurazione’ in Ucraina «per terra, cielo a mare». Lo ha detto Macron durante la conferenza stampa all’Eliseo al fianco di Volodymyr Zelensky, prima di doversi occupare della sconfitta del suo ennesimo governo suicida. Zelensky giorni prima aveva a sua volta celebrato i Paesi stranieri che saranno disposti a inviare migliaia dei loro militari in Ucraina. Evitando di parlare dettagli delle garanzie di sicurezza, «ma il piano esiste già». Quale piano? Investiga Analisi Difesa.
Zelensky e Ursula Albrecht in Von der Leyen «La questione riguarderà il coordinamento dei Paesi per la protezione del cielo. E questo sta già procedendo con una comprensione delle quantità di aerei e della quantità di reparti. E anche il coordinamento in mare, e comprendiamo anche quali Paesi e cosa sono disposti a schierare», ha detto Zelensky. «Loro comprendono», ma nessuno sembra sapere.
«Più o meno la stessa affermazione espressa nei giorni scorsi dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, secondo la quale l’Europa starebbe elaborando «piani piuttosto precisi per un dispiegamento multinazionale di truppe in Ucraina come parte delle garanzie di sicurezza nel periodo post-bellico», sottolinea Giandomenico Gaiani. Piani militari dell’Unione? Da quando?
Ma la Germania richiama la sua ex ministra
Dichiarazione aspramente criticata dal ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. «Sono questioni di cui non si discute prima di sedersi al tavolo dei negoziati con le molte parti che hanno voce in capitolo. Sarei più cauto nel commentare o confermare in qualsiasi modo tali considerazioni, a parte il fatto che l’Unione europea non ha alcun mandato né alcuna competenza per quanto riguarda il posizionamento di truppe, mi guarderei bene dal confermare o commentare in qualunque modo simili riflessioni», aveva detto Pistorius.
Dubbio chiave: il piano per coinvolgere i militari europei sul territorio ucraino, e quindi potenzialmente nella guerra contro la Russia, c’è ma non si deve dire?
Militari stranieri in Ucraina
Il presidente ucraino ha parlato di militari stranieri sul territorio ucraino e la questione è attualmente in discussione con altri Paesi. «Ci sono informazioni sul dispiegamento di dieci mila militari. Non parlerò dei numeri, ma è importante che ne stiamo discutendo tutti. Saranno migliaia, e questo è un fatto, ma è ancora un po’ presto per parlarne», ha aggiunto. Zelensky accenna, Macron rincara. Dalla Francia il numero di nazioni (forse) disposte a inviare forze militari (aeree, navali e anche terrestri) in Ucraina e Zelensky rivela di 10 mila militari stranieri, presumibilmente europei, da schierare in Uraina. «Certo, ha aggiunto che è presto per parlare di numeri, ma è stato lui a parlarne».
Mosca che pace immagina?
Difficile allo stato attuale ritenere che queste forze possano essere schierate in Ucraina dopo un accordo di pace. Mosca è disposta a negoziare ma ha posto alcune condizioni tra le quali l’assenza di forze e basi di nazioni aderenti all’Ucraina sul suolo ucraino. Arduo anche ritenere che gli europei possano schierare truppe e mezzi in assenza di un accordo di pace poiché tali forze verrebbero considerate ‘obiettivi legittimi’ dai militari russi, come ha precisato nei giorni scorsi Putin. Ma il 6 settembre Zelensky, da Copenhagen, ha vantato su X che al fianco di Kiev «oggi c’è tutta l’Europa libera, l’America, il Canada, il Giappone, l’Australia, la Nuova Zelanda e altri partner in tutto il mondo».
E ancora si fanfaroneggia
Zelensky ha ringraziato la Coalizione dei Volenterosi, composta da 26 Paesi «pronti a garantire la sicurezza dell’Ucraina attraverso l’azione». «Prima che la pace possa essere garantita, la Russia deve essere costretta a farlo. Bisogna fare tutto il possibile per far sì che Mosca smetta di rifiutare tutte le iniziative di pace e si renda conto delle conseguenze del prolungamento di questa guerra. Forti sanzioni e dazi sono fondamentali per questo». Vecchia linea perdente, assieme alla guerra. Ma c’è ancora chi insiste sulla vita di migliaia di morti in più ogni giorno tra le due parti.
Chi dà i numeri ma non i nomi
I numeri di Macron e di Zelensky: ‘26 volenterosi’ molto misteriosi. Non è chiaro a quali nazioni si riferiscano dal momento che quasi tutti sembrano essersi sottratti a un impegno militare in Ucraina. Italia e Germania hanno ribadito più volte il loro No a schierarvi forze militari. I vertici della Polonia hanno affermato che neppure dopo un accordo di pace manderebbero truppe a Kiev. La Slovenia si dice disponibile a inviare truppe in Ucraina solo sotto mandato ONU o in seguito a un accordo unanime nella UE. Cioè mai. All’ONU il veto di Russia (e forse anche Cina) sarebbe automatico su una missione del genere e nella UE l’opposizione di Slovacchia e Ungheria e con ogni probabilità anche di altre nazioni. Vero è che hanno dovuto inventarsi la ‘Coalizione dei volenterosi’.
Ciò che fanno finta di non vedere
«La Bulgaria non invierà truppe in Ucraina nell’ambito della coalizione dei volenterosi» ha dichiarato il 5 settembre il premier Rossen Zheliazkov. Lo stesso giorno presidente della Romania, Nicusor Dan, ha affermato che la Romania è pronta solo a sostenere le operazioni di mantenimento della pace dopo un accordo finale o un cessate il fuoco. Anche la Grecia non prevede l’invio truppe in Ucraina nell’ambito delle garanzie di sicurezza, come ha dichiarato il portavoce del governo di Atene, Pavlos Marinakis. «Al momento, non esiste un’opzione del genere. E non è previsto nulla del genere».
I ‘quasi disponibili’
La Croazia esclude di inviare soldati in Ucraina mentre la Lituania si è detta pronta ad una generica missione di pace. La Svezia invece è pronta a contribuire anche attraverso il proprio supporto militare. «Potremmo essere coinvolti in vari tipi di sorveglianza aerea. Abbiamo anche capacità navali che potrebbero rivelarsi rilevanti», ha affermato Kristersson. «La Svezia con un esercito di appena 6.800 militari quanti potrebbero inviarne a difendere gli ipotetici nuovi confini dell’Ucraina? Inoltre, quante navi della Reale Marina svedese potranno trasferire dal Mar Baltico al Mar Nero?»
Zelensky e Macron di cosa parlano?
A questo punto resta da comprendere se i leader delle nazioni citate abbiano rilasciato dichiarazioni tranquillizzanti per l’opinione pubblica interna ma di fatto si preparino a fare il contrario di quanto affermato o se invece Macron e Zelensky abbiano fornito numeri ‘non attendibili’. Se hanno raccontato frottole. «Insomma, i volenterosi giocano a nascondino o i presidenti ucraino e francese la sparano grossa?», per l’impietoso Gaiani.
Nelle prossime dichiarazioni sarebbe utile anche per noi cittadini europei, che gli interessati fornissero non solo il numero complessivo ma anche i nomi delle ‘nazioni volenterose’ pronte a inviare le proprie truppe in Ucraina. Ma senza raccontare balle.
Fonte: Remocontro



