“Le Terre di Don Peppe Diana”
il seme della passione civile

Mietitura del grano a Pignataro Maggiore

È sempre più una realtà concreta
quella della prima cooperativa di Libera Terra in Campania. È stato
infatti pubblicato un bando per la sua costituzione che porterà il
nome del sacerdote ucciso dalla camorra a Casal di Principe nel ’94.
Cinque le figure professionali richieste per “Le Terre di Don Peppe
Diana –  Libera Terra”; dall’operaio agricolo al casaro e
dall’agronomo al responsabile del prodotto per rendere produttivi
circa ottantotto ettari di terreno, distribuiti nei comuni di
Cancello ed Arnone, Carinola, Castel Volturno, Pignataro Maggiore e
Teano.

Ettari che si apprestano ad essere sempre più il simbolo del
riscatto sociale. I terreni, che sono appartenuti alla camorra,
ospiteranno la produzione, lattiero – casearia e agroalimentare,
della nascente cooperativa. Quelle stesse zolle di terra, che hanno
permesso una facile e scontata etichettatura del casertano come “zona
di camorra”, oggi appartengono alla società civile e alla comunità
responsabile con l’obiettivo di valorizzarne le alte potenzialità
economiche e sociali ma anche favorire le capacità, i talenti e le
sensibilità locali. Il bando, infatti, mira a selezionare un gruppo
di giovani lavoratori che, impegnati a vario titolo, saranno
testimoni di una comunità alternativa alle mafie.

Ma non si tratta
solo di lavoro; è previsto infatti l’inserimento dei futuri
cooperatori in un percorso formativo che, oltre a prevedere una prima
fase d’aula ed una seconda “on the job”, approderà poi alla
concretizzazione del piano d’impresa di questa prima cooperativa
campana. Ancora un’impresa collettiva, in Italia, attenta alla
produzione biologica di alta qualità, nonché alle tradizioni locali
e alla promozione di attività di fattoria didattica e di 
turismo responsabile ma, soprattutto, capace di coinvolgere i
produttori sani che ancora lavorano legalmente e con dignità sul
territorio della provincia di Caserta.

Quella della cooperativa “Le
Terre di don Peppe Diana – Libera Terra” è sopratutto la storia
di un impegno che ha coinvolto realtà locali come associazioni e
istituzioni. Il racconto di un viaggio all’insegna della legalità
e dell’impegno ma soprattutto all’insegna della passione civile
che si è concretizzata nelle varie tappe fino a giungere, oggi, alla
pubblicazione del bando. La prima è stata toccata nel marzo del
2009. Il giorno della commemorazione della morte di Don Diana fu
infatti firmato il protocollo d’intesa “Simboli e risorse di
Comunità Libere “Le Terre di Don Peppe Diana” tra Libera,
Agenzia Cooperare con Libera Terra, Comitato Don Peppe Diana e
soggetti istituzionali. Successivamente si costituì l’associazione
“Verso le Terre di Don Peppe Diana” a cui aderirono circa 38
delle maggiori associazioni agroalimentari e sindacali italiane. Nel
giugno 2009, la seconda tappa. In occasione della seconda edizione
del “Festival dell’Impegno Civile”, il progetto ottiene
l’adesione degli enti di certificazione biologica, come la
Fondazione “Slow Food” ma anche l’adesione della Cooperativa
“Sin Fronteras” che promuove iniziative di imprese agricole
basate sulla cooperazione e sulla produzione biologica in America
Latina. Infine nell’agosto del 2009, nell’ambito dei campi di
lavoro estivi organizzati da Libera, si realizza la prima “mietitura
sociale” dei terreni del comune di Pignataro Maggiore.

Circa sedici
ettari seminati a grano, hanno poi permesso la realizzazione dei
“paccheri di Don Peppe Diana”. I primi pacchi di pasta sono stati
presentati al Sana di Bologna, salone internazionale
dell’alimentazione naturale. Tutto questo non può non essere
definito una piccola rivoluzione sociale; terreni agricoli e
fabbricati rurali finalmente produttivi, che offrono lavoro
restituendo dignità e legalità al circuito dell’economia
insozzata dagli affari illeciti delle mafie.