Le operazioni di polizia negli ultimi anni hanno ben evidenziato il pericolo che l’Algeria possa diventare un ponte di collegamento agibile (alternativa che permette di evitare i controlli attivi in altri paesi) per trafficanti di droghe che, dall’Africa sub sahariana, indirizzano la “merce” all’Europa.
Le più recenti operazioni risalgono al dicembre 2024 e all’agosto 2025 ed hanno portato, rispettivamente, al sequestro di oltre 10 ton. di kif trattato (una miscela di cannabis con cereali), 529kg. di cocaina ed eroina, più di 11 milioni di compresse psicotrope e 49 mila pasticche di ecstasy. Il mercato locale è povero e assorbe quasi esclusivamente psicofarmaci o solventi e collanti da inalazione.
I rapporti con le organizzazioni marocchine hanno attivato le rotte che dal Marocco si dirigono, attraverso l’Algeria, alla Tunisia, alla Libia, all’Italia e, di qui, al resto dell’Europa. Attraverso la frontiera meridionale transitano gli stupefacenti di origine sudamericana e, attraverso i paesi del Golfo, vi arriverebbe l’eroina caucasica.
La legislazione troppo permissiva o addirittura lacunosa (per esempio sul terreno finanziario) vanifica gli sforzi dell’apparato repressivo e favorisce l’attività di riciclaggio.
Quel che rende estremamente pericolosa la criminalità algerina è la sua commistione con l’integralismo islamico come è accaduto una trentina di anni fa con scontri violenti e attentati che hanno opposto gruppi integralisti all’apparato statale, senza dimenticare gli attentati verificati in Europa, soprattutto in Francia che ha avuto con l’Algeria rapporti coloniali e negli USA.
In Italia già a quei tempi i nostri servizi di intelligence consideravano (Relazione numero 35 del luglio 1995) sempre elevato il rischio di mirate azioni terroristiche da parte dei settori più radicali dell’integralismo islamico anche in relazione alla possibile infiltrazione nei vari paesi industrializzati di elementi appartenenti ad organizzazioni terroristiche.
Pericoli ancora attuali che derivano dalle connessioni evidenziatesi nel tempo tra immigrazione clandestina, terrorismo, traffico di droga e armi.



