La famiglia del procuratore capo Bruno Caccia assassinato a Torino il 26 Giugno del 1983 ha fortemente voluto insieme alle Agende Rosse che il convegno dedicato al magistrato si tenesse all’interno del tribunale di Torino, che per altro porta il suo nome.
Ben coordinati dal bravo Marco Bertelli delle Agende Rosse hanno significativamente preso la parola la vice Sindaca di Torino, Michela Favaro, Josè Fava di Libera e Lucia Musti Procuratrice generale di Torino.
Quest’ultima nel suo saluto non ha mancato di criticare apertamente quello che ha definito “l’attacco frontale” alla indipendenza ed alla autonomia della magistratura, scatenato da questo Governo che sta facendo passare a tamburo battente la pessima riforma costituzionale destinata a mortificare la giurisdizione, con la previsione della composizione per estrazione a sorte degli organismi di autogoverno, e a creare le condizioni per la sottoposizione dell’esercizio dell’azione penale al controllo ed all’orientamento del potere esecutivo.
I relatori, Gian Carlo Caselli, Rocco Sciarrone, Fabio Repici, Davide Mattiello hanno insistito sulla importanza del contesto storico in cui maturò l’assassinio per comprenderne a pieno la portata ed il significato.
Quattro elementi su tutti: Bruno Caccia fu, insieme a Gian Carlo Caselli, il magistrato che costruì il primo processo a carico dei capi storici della BR, l’assassinio di Caccia avvenne ad urne aperte (il 26 ed il 27 Giugno 1983 l’Italia votava per le politiche che avrebbero sancito l’avvento dell’era craxiana), le indagini sull’omicidio vennero affidate ai Servizi Segreti e da questi “sub-appaltati” ad un informatore mafioso (Francesco Miano), i due condannati per quel delitto (Domenico Belfiore come mandante e Rocco Schirripa come componente del gruppo di esecutori) non ricavarono alcun beneficio “politico” all’interno dell’organizzazione per aver realizzato un crimine di quella portata, al contrario di altri personaggi, rimasti nell’ombra per decenni e sui quali soltanto ora si sta facendo luce. Insomma: la partita è ancora aperta e nessuno ha intenzione di darla vinta a tavolino.
* Presidente Articolo 21 Piemonte
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