Qual è il senso di festeggiare un compleanno senza il festeggiato?
Non sappiamo se Giuseppe Fava sarebbe arrivato a questo traguardo a cifra tonda, ma abbiamo deciso di ricordarlo e festeggiarlo nel centenario della sua nascita. E lo facciamo a Catania, nella città in cui ha scelto di vivere, la città piena di contraddizioni che tanto ha amato, la stessa città di cui ha denunciato gli intrecci tra mafia, politica e imprenditoria, la città in cui è stato ucciso, la città che ha provato a dimenticarlo.
La mostra che si inaugura il 15 settembre, e tutti gli altri eventi che la Fondazione Fava ha in cantiere, non li rivolgiamo a chi ha cercato di ignorare la sua esistenza, le sue denunce, le sue opere, né pensiamo di offrirla soltanto a chi lo ricorda, insieme a noi, ogni anno sotto la lapide messa da un gruppo di studenti il giorno dopo la sua uccisione. La mostra e gli eventi a seguire sono dedicati a chi non conosce Giuseppe Fava, a tutte quelle generazioni di ragazze e ragazzi, bambine e giovani adulti che non c’erano nel 1984, che non hanno vissuto quegli anni, non hanno letto «I Siciliani» e che forse non si sono mai chiesti perché la via Giuseppe Fava si chiama così.
Con la mostra e il catalogo La cultura e il diavolo vogliamo ripensare a Pippo Fava, a un secolo dalla sua nascita, raccontandone la sua vitalità, attraverso una nuova prospettiva in cui possano trovare spazio narrativo la sua produzione giornalistica, letteraria, drammaturgica, radiofonica, cinematografica e documentaristica. Proveremo a recuperare il suo sguardo attento e curioso, capace di rintracciare il dolore, la bellezza, la violenza, l’ironia e la speranza nelle persone incontrate e nei luoghi visitati durante i suoi viaggi d’inchiesta, le sue interviste, le sue passeggiate per la città, il suo vissuto quotidiano. Attraverso questo sguardo proveremo a cogliere anche noi le sfumature che Fava ha riportato nei volti delle donne, degli uomini, nei luoghi e nei dettagli dipinti, disegnati o narrati.
Conoscere la storia di Giuseppe Fava vuol dire conoscere anche la storia di questa città, scoprire lo sguardo che Fava le ha dedicato. Quando egli racconta di Catania lo fa in modo appassionato, riuscendo a mettere insieme le contraddizioni che la caratterizzano. Descrive il suo rapporto con la città paragonandolo a quello con una prostituta.
Ancora oggi, quarantacinque anni da quella inchiesta (Quella p … chiamata Catania, in, G. Fava, I Siciliani, Cappelli ed., Bologna 1980, p. 296), in quelle pagine riconosciamo le antinomie di questa città che stenta a cambiare
E tuttavia in Fava non c’è mai rassegnazione, e saremmo lieti che fosse proprio questo il senso della mostra organizzata per celebrare il centenario: un’opportunità di crescita culturale per una città ancora ai primi posti per devianza giovanile e povertà culturale.
https://www.fondazionefava.it/biografia/
La cultura e il “diavolo”. L’arte di Giuseppe Fava tra impegno civile, politico e intellettuale
Mostra pittorico-grafica e di documenti d’archivio (a cura di Vittorio Ugo Vicari)
Sede Galleria d’Arte Moderna via Castello Ursino 32 Catania
Inizio 15 settembre 2025 – Fine 6 gennaio 2026
15 settembre ore 10:30 Presentazione della mostra alla Stampa (Galleria d’Arte Moderna, via Castello Ursino 32, Catania)
15 settembre ore 18:30 Vernissage
La mostra sarà visitabile, con ingresso libero dal lunedì al giovedì ore 16:00 – 20:00
Venerdì e sabato ore 16:00 – 21:00
Visite guidate per gruppi e scuole da concordare scrivendo alla mail mostre@fondazionefava.it




