Il 7 e 8 novembre si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze. Un’ennesima occasione sprecata.
Il governo non ha mostrato la minima disponibilità a rimettere in discussione il classico impianto repressivo verso i consumatori di sostanze, impianto che caratterizza storicamente la destra e che, conseguentemente, riempie le galere di giovani e ne consegna molti altri nelle mani di spacciatori e narcotrafficanti.
La strategia di riduzione del danno, riconosciuta come uno dei pilastri della lotta alle dipendenze sia dall’OMS e perfino dall’UE, è stata ancora una volta ignorata e messa al bando dal programma ufficiale.
Probabilmente è stata questa una delle ragioni per le quali, come ha spiegato a il manifesto Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento nazionale della comunità d’accoglienza (CNCA), “non sono stati invitati protagonisti come Antigone o Forum droghe, i sindacati o Elide, la rete degli enti locali – tra cui i Comuni di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Torino – che affronta il tema dei consumi in un’ottica non repressiva e innovativa. E soprattutto non sono stati invitati i consumatori, cosa per noi inconcepibile perché non si può parlare di servizi senza i diretti interessati”.
Gli esclusi dalla conferenza ufficiale, insieme anche a realtà invece ammesse alla convention, quali ad esempio il gruppo Abele, hanno organizzato in quegli stessi giorni una controconferenza nella quale si sono confrontate le esperienze più innovative.
Abbiamo chiesto a Leopoldo Grosso, psicologo e responsabile dell’area tossicodipendenza del Gruppo Abele di raccontarci l’andamento e le conclusioni di entrambi gli eventi. Potete riascoltare il suo intervento qui.
Per uno scherzo del destino è toccato proprio ad un rappresentante della Comunità di San Patrignano – una delle realtà storicamente distintasi per le scelte fortemente proibizioniste – riassumere i risultati emersi da uno dei lavori di gruppo della Conferenza ufficiale che, tra le varie proposte, prevedevano una generalizzazione dei progetti di riduzione del danno, oggi presenti a macchia di leopardo solo in alcune regioni.
Una conversione sulla via di Damasco? Speriamo…
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