Con un flash mob in provincia di Bellluno la seconda tappa veneta del viaggio di Libera “Fame di verità e giustizia” per rimettere al centro della dibattito pubblico l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti. Una tappa il 31 maggio, insieme ai ragazzi di Napoli che stanno seguendo un percorso di “giustizia riparativa” con Libera. Il Veneto è la quarta regione in Italia per reati spia: nel 2024 sono stati 27.743.
Un’osteria, pochi tavoli e un menù speciale di 12 portate difficili da digerire.
Tra i primi, piatti bollenti che non scaldano, è possibile scegliere il piatto “Beni confiscati” che ha come ingredienti privatizzazione, vendita, regalo ai mafiosi; o “Liberi di corrompere” con ingredienti impunità, corruzione “solidamente” regolata, ancora sistemica e organizzata.
Se vuoi scegliere solo un secondo puoi trovare bocconi duri da mandare giù come la ”Legge bavaglio” con ingredienti particolari: divieto di informare, corto circuito dell’informazione, querele temerarie; o “Sovraffolamento delle carceri” con ingredienti: celle sovraffollate, la carenza di personale, la scarsità di attività educative e di reintegrazione.
Per ultimo quei dessert dimenticati, ma essenziali come “Verità per le vittime innocenti delle mafie”, ingredienti: 80% dei familiari non conosce verità; e “Liberi di scegliere” composto da nessuna tutela per chi vuole fuggire dai contesti mafiosi.
L’osteria simbolica sarà inaugurata da Libera con un flash mob nei pressi del rifugio Città di Fiume, Dolomiti Bellunesi, seconda tappa veneta di “Fame di verità e giustizia” un viaggio a 30 anni dalla nascita di Libera e della sua rete associativa, che attraverserà il Paese, da Nord a Sud e l’Europa con oltre 100 tappe, per animare il dibattito pubblico con l’obiettivo di riscrivere l’agenda in tema di mafie e corruzione, con una funzione di advocacy rispetto alle istituzioni competenti. Una mobilitazione contro le mafie dei potenti e dei colletti bianchi con l’obiettivo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza nel contrasto a mafiosi e corrotti partendo dai punti dell’agenda civile.
“In un Paese – dichiara Francesca Rispoli, copresidente nazionale di Libera – dove lo spazio civico si restringe e la partecipazione viene scoraggiata, mafie e corruzione sono diventate un fatto “normale”, tollerato. In questi trent’anni Libera ha dimostrato che c’è un’alternativa possibile. Costruendo, di tassello in tassello, un mosaico di impegno e liberazione dalle diverse forme di criminalità, che parte dall’impegno di ciascuno e richiama le istituzioni alle proprie responsabilità. Ci sono situazioni e momenti storici in cui stare immobili è una colpa, mentre muoversi è un obbligo morale e una responsabilità civile. Fame di verità e giustizia è il nostro grido per risvegliare l’impegno di quanti credono in un orizzonte libero da mafie e corruzione. È tempo di rimettere al centro della vita pubblica l’urgenza del contrasto a mafiosi e corrotti. È tempo di scelte chiare e coraggiose: noi vogliamo fare la nostra parte”.
“Abbiamo deciso di organizzare la seconda tappa veneta della mobilitazione nazionale “Fame di verità e giustizia” sulle Dolomiti bellunesi – dichiara Piermario Fop, referente di Libera Veneto – in uno dei luoghi più belli e significativi delle Alpi, al cospetto del monte Pelmo, Caregon del Padreterno, che permette di innalzare lo spirito, di saldare la Terra con il Cielo, per usare parole di don Luigi Ciotti. Lo faremo con i ragazzi del progetto Amunì di Libera, provenienti da Napoli e che stanno seguendo un percorso di formazione, di messa alla prova, in collaborazione con i Servizi Minorili del Ministero della Giustizia.
Quale luogo più adatto, che permette il contatto diretto con la bellezza della Natura, per promuovere l’educazione come strumento di emancipazione dalle mafie. Povertà e disuguaglianze alimentano il rischio di reclutamento criminale, la risposta dello Stato non può essere solo repressiva: l’educazione è fondamentale nella lotta contro mafie e corruzione. Solo così si può costruire un’alternativa valida. Il punto n.5 di dodici della piattaforma di impegno di Libera per il trentennale della sua nascita. E quali testimoni più qualificati dei ragazzi di Amunì che stanno lavorando con impegno per migliorarsi”.
L’appuntamento è il 31 maggio alle ore 9.30 alla partenza della strada che porta al rifugio Città di Fiume, sotto il passo Staulanza”. Si raggiungerà il rifugio a piedi, in compagnia dei Carabinieri Forestale di Belluno che faranno una lezione di educazione ambientale lungo il percorso. Al rifugio ci sarà il Soccorso Alpino che darà informazioni sulla sua attività e utili raccomandazioni per la sicurezza in montagna. Al pomeriggio, dopo il pranzo al sacco e il flash mob, i ragazzi racconteranno la loro esperienza, assieme agli operatori che li accompagnano. Sarà una bella giornata di festa in amicizia, di crescita ecologica e sociale, di confronto.
Le proposte della mobilitazione per il trentennale
Riutilizzo dei beni confiscati, diritti per le vittime innocenti delle mafie, Libere di scegliere, contrasto alla corruzione, preoccupazione per il DL sicurezza e una giustizia diseguale, promozione dell’educazione come strumento di emancipazione dalle mafie, gioco d’azzardo, ambiente, libertà di informazione, un carcere che rieduchi, disarmare e non armare, contro l’attacco al dissenso, all’autonomia della magistratura e alla democrazia rappresentativa: sono i punti della piattaforma su cui Libera chiede scelte politiche concrete e strutturali, non proclami. Tra questi: norme più efficaci su confisca e riutilizzo sociale dei beni mafiosi; scrivere il diritto alla verità nella carta costituzionale; approvare una regolazione stringente delle situazioni di conflitto di interesse; una nuova strategia nazionale sulle aree a forte povertà educativa; approvare una legge quadro del settore del gioco d’azzardo; tutela e sostegno per chi denuncia e rompe con il crimine; politiche inclusive per chi vive in situazioni di marginalità; inserire nell’ordinamento la direttiva sulle querele temerarie.
Reati spia in Veneto
Oggi assistiamo a un tentativo di smantellare leggi preziose per individuare quei “reati spia” della presenza mafiosa e, a fronte dell’aggravarsi della corruzione, assistiamo a un progressivo allentamento dei freni inibitori sul piano legislativo e dei controlli. Siamo davanti a una giustizia che da un lato mette in campo leggi rigorose nei confronti degli ultimi, dall’altro lato si presenta con le armi spuntate nei confronti della criminalità mafiosa e dei colletti bianchi.
Libera ha elaborato i dati relativi ad alcuni reati spia (reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici e truffe e frodi informatiche), reati che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico. Nel 2024 il dato complessivo dei reati spia in Italia è di 322.071, pari a 822 reati al giorno, 34 ogni ora. Con 57.190 reati la Lombardia è la regione con il maggior numero di reati spia, seguita dal Piemonte (29.515 reati), e Veneto (27.743). Nello specifico, si tratta di 743 estorsioni, 62 casi di riciclaggio, 8 di usura, 21.400 truffe e frodi informatiche, 1.540 delitti informatici.
Andando a guardare le singole province, al primo posto c’è Verona con 5.667 reati spia, il 20% del totale regionale: 139 estorsioni, 2 usura, 10 riciclaggio, 5.048 truffe e frodi informatiche, 468 delitti informatici. Al secondo posto Venezia con 5.299 reati spia, il 19% del totale: 116 estorsioni, 2 usura, 9 riciclaggio, 4.927 truffe e frodi informatiche, 245 delitti informatici. Sempre con il 19% c’è Vicenza con 5.212 reati spia: 137 estorsioni, 16 riciclaggio, 4.793 truffe e frodi informatiche, 266 delitti informatici. Al quarto posto Padova con 4.482 reati spia, pari al 16%: 186 estorsioni, 3 usura, 10 riciclaggio, 3.966 truffe e frodi informatiche, 317 delitti informatici. A seguire Treviso con Treviso 4.127 reati spia, il 15%: 85 estorsioni, 1 usura, 10 riciclaggio e impiego di denaro, 3.928 truffe e frodi informatiche, 103 delitti informatici. Chiudono con il 5% Belluno con 1.505 reati spia (34 estorsioni, 2 riciclaggio, 1.414 truffe e frodi informatiche, 55 delitti informatici) e Rovigo con 1.427 reati spia (46 estorsioni, 5 riciclaggio, 1.290 truffe e frodi informatiche, 86 delitti informatici).




