Il Coordinamento nazionale delle associazioni e dei familiari delle vittime di stragi e attentati ha espresso la propria solidarietà al Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, in seguito agli attacchi ricevuti per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva “Lezioni di Mafie”, andata in onda su La7.
L’iniziativa, che ha avuto carattere divulgativo ed educativo, è ora oggetto di valutazione da parte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha ipotizzato un possibile provvedimento disciplinare nei confronti del magistrato calabrese.
“L’art.21 della Costituzione italiana – viene ricordato in una nota – sancisce che “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. A sua volta l’art. 10 del C.E.D.U. (Convenzione Europea dei diritti dell’uomo), dedicato alla libertà di espressione sancisce, ribadendolo, il diritto alla libertà di espressione di ogni persona, la libertà di opinione e la libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle pubbliche autorità. Nel secondo comma dello stesso articolo si precisa poi che l’esercizio di tale libertà, comportando “doveri e responsabilità”, può essere sottoposto a “formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni”, le quali costituiscono misure necessarie, in una società democratica, allo scopo di preservare una serie di interessi, tra i quali la garanzia dell’“autorità e imparzialità del potere giudiziario”.
In merito alla condotta dei magistrati, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) è chiaro: la partecipazione a trasmissioni televisive rientra tra le attività liberamente esercitabili, senza bisogno di autorizzazione, purché non si tratti di partecipazioni programmate, continuative o legate a procedimenti giudiziari in corso.
Nel caso del Procuratore Gratteri, la partecipazione a “Lezioni di Mafie” non solo è stata gratuita e priva di carattere continuativo, ma è avvenuta durante un periodo di ferie e si è concretizzata in una sola registrazione, successivamente suddivisa in più puntate per ragioni televisive.
Alla luce di queste circostanze, il Coordinamento ritiene infondati e pretestuosi gli attacchi e le accuse mosse nei confronti del magistrato.
“Non ci sono dubbi in merito a quale sia il perimetro entro il quale si possa muovere un Magistrato nell’esercizio del proprio diritto di libertà di espressione e opinione – scrivono – In base alle attuali norme del CSM, “ciò che non viene permesso a un magistrato, è la partecipazione programmata, continuativa e non occasionale, anche se gratuita, a trasmissioni televisive nelle quali vengono trattate specifiche vicende giudiziarie, ancora non definite nelle sedi competenti’”. E poi ancora: “Appaiono allora infondate, pretestuose e dal sapore intimidatorio le accuse mosse dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, nei confronti del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, reo, a suo dire, di aver messo a disposizione la sua professionalità e esperienza, per offrire lezioni di mafie nell’ambito della omonima trasmissione in onda sulla rete “La 7”.
Un’iniziativa, non retribuita, cui il Procuratore Gratteri ha dedicato le proprie ferie per la sua realizzazione e priva del carattere di continuità, essendo stata registrata come puntata unica poi divisa per ragioni di spazio televisivo”.
Secondo il Coordinamento, dunque, “Non trova, pertanto, fondamento alcuno, l’interrogazione parlamentare con la quale, l’onorevole di Forza Italia Pietro Pittalis, ha incalzato il Guardasigilli chiedendogli spiegazioni in merito a quali iniziative volesse adottare nei confronti del Procuratore Gratteri. Puntuali, per quanto altrettanto insensate e inopportune, le rassicurazioni ricevute da parte del Ministro Nordio in merito al fatto che si sarebbe riservato di verificare la sussistenza di comportamenti pregiudizievoli per le esigenze di servizio e la compatibilità, dell’attività (divulgativa) espletata, con il prestigio dell’ordine giudiziario”.
Ed infine si legge: “Il Coordinamento nazionale delle associazioni e familiari di vittime di attentati e stragi, non nascondendo la forte preoccupazione per certe iniziative (quella cui si fa riferimento non è la prima di queste iniziative) che vanno a minare i principali diritti costituzionali, esprime la propria solidarietà nei confronti del Procuratore Nicola Gratteri. Ben consci del fondamentale contributo da lui apportato nel contrasto della criminalità organizzata e lotta alle mafie, unitamente ai sensi della più profonda stima e riconoscenza, vogliamo che possa sentire la nostra vicinanza al suo fianco lungo il percorso da lui intrapreso per la ricerca di verità e giustizia.
Verità e giustizia che, per i componenti di questo Coordinamento nazionale, rappresentano da sempre la meta di un travagliato percorso caratterizzato da un mai sopito dolore personale e dure battaglie giudiziarie”.
Firmatari
Paolo Bolognesi
Presidente onorario dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna
Salvatore Borsellino
Presidente Movimento Agende Rosse e fratello del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via D’Amelio
Paolo Lambertini
Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna
Sergio Amato
Figlio del Giudice Mario Amato, ucciso dai NAR
Nunzia Agostino
Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini
Flora Agostino
Sorella dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini
Paola Caccia
Figlia del magistrato Bruno Caccia, ucciso a Torino dalla ‘Ndrangheta
Giuseppa Catalano
Sorella dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via D’Amelio
Tommaso Catalano
Fratello dell’agente di polizia Agostino Catalano ucciso nella strage di Via D’Amelio
Daniele Gabrielli
Vicepresidente Associazione tra i Familiari delle Vittime della strage di Via dei Georgofili.
Roberta Gatani
Nipote del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nella strage di Via D’Amelio
Luana Ilardo
Figlia di Luigi Ilardo, ucciso a Catania mentre stava per entrare nel programma di protezione per i collaboratori di Giustizia
Angela Manca
Madre dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia
Gianluca Manca
Fratello dell’urologo Attilio Manca, ucciso dalla mafia
Rosaria Manzo
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage del Rapido 904
Manlio Milani
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza della Loggia
Brizio Montinaro
Fratello dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci
Donata Montinaro
Sorella dell’agente di polizia Antonio Montinaro, ucciso nella strage di Capaci
Nino Morana
Nipote dell’agente di polizia Nino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini
Stefano Mormile
Fratello dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘Ndrangheta
Nunzia Mormile
Sorella dell’educatore carcerario Umberto Mormile, ucciso dalla ‘Ndrangheta
Federico Sinicato
Presidente Associazione Familiari Vittime della strage di Piazza Fontana
Franco Sirotti
Fratello di Silver Sirotti, vittima della strage del Treno Italicus



