I semi di legalità e di giustizia sociale sparsi ad Autumnia

Autumnia

Ho lasciato trascorrere qualche giorno prima di cercare di fermare i pensieri che si rincorrono dopo questa bella esperienza di Autumnia a Figline Incisa Valdarno (FI), perché è necessario che il tempo un po’ aiuti a sedimentare dentro di me le sensazioni e le emozioni vissute tra venerdì e domenica in piazza Marsilio Ficino, tra gli spazi di una fiera che ha richiamato migliaia di persone.

Il primo volto che mi viene incontro nel ricordo è quello di Emma, 17 anni, una delle giovani che hanno partecipato al campo di Estate Liberi a Polistena che ha detto una cosa molto importante: “Voi adulti ci dite che noi giovani siamo il presente, ma io credo che sia un modo per scaricarvi dalle responsabilità. Come possiamo noi giovani, che non votiamo, non abbiamo ruoli politici di responsabilità, essere il presente? Io credo che il presente siamo noi giovani e voi adulti e che insieme dobbiamo cambiare questa società”.

Parole forti, pronunciate mentre presentavano il Patto di amicizia firmato da nove comuni del Valdarno Aretino e Fiorentino e dai comuni di Polistena e di Cinquefrondi della piana di Gioia Tauro in Calabria, del quale quel campo è stata la prima esperienza concreta.

Forti come le parole di Giulio, anche lui uno dei ragazzi che ha preso parte al campo, quando ha detto di aver “capito come si combatte la mafia raccogliendo i peperoncini nei terreni confiscati e oggi coltivati legalmente dalla cooperativa La Valle del Marro”.

“Semi di legalità e di giustizia sociale” era il claim di Autumnia di questa 26^ edizione, e già da queste parole si intuisce che alcuni semi sono stati accolti da questi ragazzi  che sono stati a contatto con chi la mafia la combatte ogni giorno con coraggio e determinazione.

C’è poi quel mazzo di chiavi tenuto in mano dal Procuratore Generale di Firenze, Ettore Squillace Greco, la mattina dopo, durante l’incontro con gli studenti dell’Isis Vasari, per spiegare loro come le mafie sono presenti anche nei nostri territori…

Un esempio semplice, per far capire  come un negoziante onesto per poter vivere sia costretto a vendere quelle chiavi a un determinato prezzo, mentre un negoziante accanto possa vendere quelle stesse chiavi a un  prezzo molto più basso, perché non gli interessa guadagnare da quella vendita, ma riciclare il denaro di cui dispone che gli viene dal traffico di stupefacenti o da altre forme di illegalità. Entrando in quel modo   nel mercato costringe il negoziante onesto  a chiudere l’attività.

Un racconto efficace per spiegare in modo chiaro e semplice come le mafie operano da noi e che, sono certo, quei ragazzi non dimenticheranno più.

C’è stata poi la testimonianza della co-presidente di Libera Francesca Rispoli, sempre durante l’incontro con gli studenti, che ha parlato della scintilla che si è accesa in lei giovanissima grazie ad alcune insegnanti illuminate che le hanno fatto capire la possibilità di rinascita per le persone che hanno vissuto esperienze negative o di fragilità. E dunque la necessità che anche la società debba aiutare queste persone, offrendo loro altre occasioni. Da lì l’incontro con il Gruppo Abele e poi con Libera, “una scelta alla quale non vedo un’alternativa perchè per me l’impegno concreto verso gli altri e verso i diritti e la giustizia sociale è diventato il mio modo di stare al mondo”.

L’incontro con gli studenti del sabato mattina è stato forse il momento più importante tra le iniziative promosse in questa edizione di Autumnia, grazie alle tante domande preparate dai ragazzi e rivolte agli ospiti, che hanno spaziato dai temi più generali, a quelli riguardanti il nostro territorio, come quelle  sul processo Keu, alle quali  ha risposto in modo molto diretto e concreto Enrico Fontana, della Segreteria Nazionale di Legambiente: “Una indagine, quella Keu, che ci fa capire come le mafie, con la complicità di una parte del mondo imprenditoriale senza scrupoli, avvelenino il nostro territorio, con il solo intento di arricchirsi. Prendere coscienza di queste cose è importante, occorre una corretta informazione che deve portare voi ragazzi a prendere coscienza di quello che accade anche in Toscana e nelle vostre zone”.

Si deve certamente partire da una presa di coscienza da parte delle nostre comunità, che spinga l’opinione pubblica a una risposta chiara e ad un impegno forte in tutte le sue componenti, il mondo politico, imprenditoriale, economico, il mondo della scuola e delle istituzioni, come ci ha ricordato il giornalista Lirio Abbate domenica mattina, durante la presentazione del suo libro “I diari del boss”, dedicato alla storia di Matteo Messina Denaro.

“La Toscana – ha detto Lirio Abbate –  è un punto focale per la mafia; le organizzazioni criminali le avete in casa, occupano la vostra economia legale, fanno sgambetti a quegli imprenditori e commercianti che rispettano le regole. Finchè tutto questo non sarà pubblicamente denunciato e diventerà coscienza dell’opinione pubblica, sarete vittime di tutto quello che in Sicilia abbiamo vissuto 40 anni fa”.

Insieme a lui il Presidente del Consorzio Libera Terra Francesco Citarda, venuto dalla Sicilia per presentare, nei vari cooking show allestiti ad Autumnia, i prodotti coltivati delle cooperative sociali nelle terre confiscate alle mafie, ma che ha anche spiegato il ruolo del Consorzio da un punto di vista sociale ed economico:

“1400 ettari gestiti dalle cooperative sociali nelle terre confiscate alle mafie, che danno lavoro a 230 famiglie con un progetto cooperativo che ha a cuore il territorio e cerca di cambiarlo attraverso il lavoro agricolo, un lavoro concreto con la coltivazione di prodotti biologici. È un qualcosa che può sembrare normale, ma che in alcuni contesti dove le terre erano prima gestite dai boss mafiosi, è una vera e propria rivoluzione “.

Prodotti che in questi tre giorni sono stati in vendita presso lo stand di Libera Terra gestito dai ragazzi del Presidio Giovanni Spampinato del Valdarno. I giovani hanno preparato, gestito, curato lo stand con amore e passione, mettendo in mostra 43 diversi prodotti del Consorzio, dal vino alla pasta, dai sughi ai legumi, dalle marmellate ai biscotti, spiegando la qualità di ogni prodotto, la loro provenienza.

Autumnia è stata tutto questo e tanto altro ancora, con una grande partecipazione di persone sia durante i tre incontri, sia durante i cooking show con i tanti piatti preparati dagli studenti dell’Isis Vasari con i prodotti di Libera Terra.

E per aver utilizzato gli stessi prodotti anche nella cena di gala organizzata e curata dagli stessi studenti dell’istituto figlinese.

“Semi di legalità e di giustizia” sono stati sparsi nella mente e nel cuore delle persone che in questi giorni hanno voluto partecipare agli incontri, degustare o acquistare i prodotti di Libera Terra nei cooking show e nello stand.

La speranza è che possano nel tempo produrre frutto soprattutto nei nostri giovani, insieme ad altre e più forti esperienze.

Grazie all’amministrazione comunale di Figline Incisa Valdarno, al sindaco e all’assessora alla Cultura che da subito hanno “sposato” il patto di amicizia con la Piana di Gioia Tauro ed hanno voluto fortemente dedicare Autumnia ai temi della legalità e della giustizia sociale.

Grazie a tutti i comuni firmatari del patto, agli educatori e ai ragazzi del campo di Estate Liberi, al  coordinamento del Valdarno di Libera, ai giovani del Presidio Giovanni Spampinato, agli amici del circolo di Legambiente del Valdarno, agli ospiti arrivati da varie parti d’Italia, all’Isis Vasari per aver utilizzato i prodotti di Libera Terra nella cena di gala, nei cooking show,  per i suoi studenti e le loro domande.

Nel 1973 Sandro Pertini scriveva che “non può esserci libertà senza giustizia sociale e non può esserci giustizia sociale senza libertà”.

Queste parole dovrebbero diventare il nostro modo di vivere all’interno delle nostre comunità, in un impegno quotidiano per il “noi” l’unica strada da seguire per costruire ogni giorno giustizia sociale e libertà.


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