Un tema di grande attualità dopo l’entrata in vigore della normativa sulla presunzione d’innocenza.
La Scuola Superiore della Magistratura ha dedicato all’argomento tre giorni di relazioni e dibattiti ospitati nella sede di Scandicci (Firenze) nell’ambito di un corso di formazione al quale hanno preso parte una sessantina di magistrati, dal titolo “Giustizia e società, quando anche la comunicazione deve essere giusta” (responsabili del corso Ines Marini, e Loredana Nazzicone, componenti del Comitato Direttivo della SSM; esperti formatori Antonella Magaraggia, già presidente del Tribunale di Verona e Raffaele Cantone, procuratore di Perugia).
Il punto di partenza è stato il dovere di informare che gli uffici giudiziari hanno nei confronti dei cittadini; sono stati poi analizzati e discussi i limiti entro i quali tale comunicazione può avvenire: tutela del segreto, rispetto della presunzione d’innocenza e riservatezza, da un lato, interesse pubblico rilievo e dei fatti e delle persone coinvolte, dall’altro.
Il quadro normativo è stato illustrato da Paolo Corder, presidente del Tribunale di Udine e Sergio Sottani, procuratore generale di Perugia; la posizione dell’avvocatura è stata portata da Giandomenico Caiazza, già presidente dell’Unione Camere Penali.
I giornalisti Luigi Ferrarella e Alessandra Sardoni hanno discusso con Luigi Salvato, ex procuratore generale di Cassazione su come le vicende giudiziarie vengono trattate su giornali, social network e in televisione, e sulla necessità per i magistrati di comunicare in maniera adeguata, garantendo la necessaria trasparenza dall’attività giudiziaria. Giuseppe Guastella ha affrontato i temi relativi al giornalismo tra diritto di cronaca e dovere deontologico
Si è svolta anche una sessione dedicata a una “guida pratica” su come comunicare, dall’inizio alla fine del procedimento: come redigere un comunicato stampa, organizzare una conferenza stampa, prepararsi a un’intervista o a una dichiarazione “volante”.
A confrontarsi con i magistrati, suddivisi in gruppi di lavoro, i giornalisti Giovanni Negri, Raffaella Calandra e Gianluca Amadori (consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e membro dell’esecutivo CNOG). Tra i temi affrontati la questione dei nomi, alla cui diffusione non vi è alcun divieto, è stato ribadito, se vi è un interesse e le persone coinvolte hanno un rilievo.



