Cop 30 belem

Le Chiese cristiane, e la Chiesa cattolica in particolare, sono molto presenti a Belem per la Cop 30. Ieri hanno dato vita a una processione nel centro della città amazzonica per segnare la propria presenza e dare voce alle sofferenze dei poveri che subiscono la parte peggiore dei disastri causati dai cambiamenti climatici.

Stringi stringi la richiesta è sempre quella di una vera “giustizia climatica”. Erano presenti i presidenti delle conferenze episcopali dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa, c’erano molti volti noti dell’ambientalismo ispirato alla Parola di Dio che è scritta soprattutto nel creato e – ci riferisce Lucia Capuzzi – c’era soprattutto lo spirito dei martiri. “Margarida Maria Alves, laica e sindacalista, voce potente e coraggiosa dei contadini sfruttati durante l’ultima dittatura militare brasiliana.

Gli Yanomami, popolo indigeno che riassume nella propria storia di massacri ciclici – l’ultima emergenza è del 2022 – le ferite della colonizzazione vecchia e nuova. Chico Méndez, appassionato difensore della foresta. E, ovviamente, Dorothy Stang, assassinata per aver denunciato gli abusi dei latifondisti a settecento chilometri a sud di Belém, sempre nello Stato del Pará”.

Estrattivismo, negazionismo, sfruttamento e inquinamento senza scrupoli sono i mandanti di quel sangue versato, ora è l’ora della riparazione, anzi della giustizia climatica.

Mosaico dei giorni


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