Presentati i dati del monitoraggio dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati rilevati 361 episodi rispetto ai 203 del primo semestre del 2024.
Nel 2025 in Italia l’andamento delle intimidazioni e delle minacce rivolte ai giornalisti per imbavagliarli è stato molto preoccupante. Lo dicono i dati del monitoraggio dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione pubblicati il 28 ottobre 2025. Il rapporto è stato presentato a un convegno alla Casa del Jazz di Roma per celebrare la Giornata mondiale dell’Onu per mettere fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti, che cade il 2 novembre.
Nei primi sei mesi del 2025 le rilevazioni dirette dall’osservatorio Ossigeno per l’Informazione hanno segnalato il doppio rispetto di minacciati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’ aumento è stato del 78%. Ossigeno ha rilevato 361 minacciati rispetto ai 203 del primo semestre del 2024 . C’è stato anche il 46% in più degli episodi intimidatori classificabili come deliberate violazioni della libertà di informazione: 107 episodi rispetto a 73. Sono aumentate le minacce provenienti da esponenti pubblici.
Tra le tipologie di minacce, crescono le aggressioni. Esse si attestavano al 3% nei primi sei mesi dell’anno scorso, sono già al 13% nei primi sei mesi di quest’anno.
Le minacce più frequenti restano comunque gli avvertimenti, nelle forme soprattutto di insulti e scritte o striscioni intimidatori, ma anche minacce via social media. Le azioni legali pretestuose, le Slapps, per la maggior parte querele per diffamazione intentate per mettere a tacere chi fa cronaca, costituiscono il 17% delle minacce, erano il 16% nello stesso periodo dello scorso anno e il 22% complessivamente nel 2024.
La regione dove si registrano più minacciati tra gennaio e giugno 2025 è la Lombardia (27%) che nel 2024 contava solo l’11% dei minacciati raggiungendo il 14% nel primo semestre scorso. Seguono il Lazio (16%), notoriamente la regione con il più alto numero di minacciati e la Sicilia (13%).
Si attestano al 39% le forme di intimidazioni provenienti da esponenti di partiti e istituzioni pubbliche (erano il 29% nei primi sei mesi del 2024).
Le vittime degli ostacoli alla libertà di informazione sono per lo più uomini (74%) che scrivono su testate locali cartacee e che hanno già subito altre minacce.
Tra gli aspetti più preoccupanti che si leggono nel rapporto, c’è l’aumento della tendenza a non denunciare gli abusi fisici e verbali: nell’81% dei casi le vittime preferiscono non affidarsi alla giustizia, mentre nello stesso periodo del 2024 si trattava ‘soltanto’ di una persona su due. (anc)
Aumentano i giornalisti minacciati, 78% in più del 2024
Ossigeno, nel primo semestre crescono gli attacchi dai politici.
Centocinquantotto giornalisti minacciati in più in Italia, con un aumento del 78% rispetto allo stesso periodo nel 2024.
Sono i numeri registrati nel primo semestre di quest’anno dal monitoraggio di Ossigeno per l’informazione e presentati stamattina alla Casa del Jazz di Roma.
La tendenza violenta nei confronti di chi informa è in crescita e l’ordigno davanti casa di Sigfrido Ranucci è stato solo l’ultimo caso in ordine di tempo. Secondo Ossigeno, sono quasi 8mila gli operatori dell’informazione attaccati per via del loro lavoro dall’inizio dell’osservazione, nel 2006. Solo nei primi sei mesi del 2025 i cronisti che hanno subìto intimidazioni sono stati 361, contro i 203 dello stesso periodo nel 2024. Sono quasi raddoppiati. Il numero degli episodi intimidatori classificati come deliberate violazioni della libertà di informazione è aumentato del 46%: sono stati 107 i casi di questo tipo, rispetto ai 73 del primo semestre 2024.
Le minacce provenienti da esponenti pubblici sono aumentate di 10 punti percentuali (ora sono il 39%); oltre la metà provengono da istituzioni locali (comunali o regionali) che in un terzo dei casi fanno ricorso a querele pretestuose, ma pure a minacce social o insulti (questi ultimi in salita del 17%). Il 33% delle intimidazioni sono di origine sociale, 12% di provenienza sconosciuta, l’8% da imprenditori, il 4% da criminali e il 3% di derivazione mediatica.
A livello territoriale, Lombardia (27%), Lazio (16%) e Sicilia (13%) restano le regioni con il più alto numero di minacciati. Ma l’Abruzzo – che registra il 3% delle vittime totali – peggiora la sua posizione in classifica per quanto riguarda la pressione intimidatoria (il rapporto fra minacciati e popolazione giornalista). Crescono pure gli episodi di aggressione, ma sono le azioni legali pretestuose, le Slapp, a restare la seconda forma più utilizzata, dopo gli avvertimenti, per intimidire i giornalisti.
Tra gli aspetti più preoccupanti, c’è la crescente tendenza a non denunciare gli abusi fisici e verbali: nell’81% dei casi le vittime preferiscono non affidarsi alla giustizia, mentre nello stesso periodo del 2024 si trattava ‘soltanto’ di una persona su due. Diminuiscono le minacce di genere, ma anche stavolta cresce la tendenza a non segnalarle.
Si tratta di numeri limitati alle segnalazioni ottenute da Ossigeno, che opera in maniera indipendente. I dati del 2024 (quando l’associazione aveva contato 516 minacciati) superano quelli degli osservatori del Ministero dell’Interno (114), del Media Freedom Rapid Response (125) e del Consiglio d’Europa (8). E, comunque, “secondo noi nei primi mesi del 2025 ci sono stati molti più di 361 minacciati”, ha commentato Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno.
Un altro segno di un clima “complesso” per i giornalisti, come l’ha definito Stefano Ferrante, segretario di Stampa Romana, in cui è difficile persino avere un termometro che indichi la loro condizione. Nel corso dell’incontro, è stata discussa la necessità di trovare una soluzione, anche attraverso il recepimento della normativa anti-Slapp contro le liti temerarie. Uno dei temi al centro del tavolo sui giornalisti minacciati che, come annunciato da Paola Spadari, segretaria del Consiglio nazionale dell’Ordine, è stato convocato per il prossimo 3 novembre.
Intanto, Ossigeno ha proposto la creazione di un pronto soccorso nazionale gratuito per chi riceve querele pretestuose e non ha l’assistenza del proprio editore. Un servizio per il quale Ossigeno mette a disposizione il suo Sportello di assistenza legale, che dal 2015 a oggi ha assistito 100 giornalisti riportando il 98% di vittorie. “È un’iniziativa a cui siamo favorevoli – ha detto Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine del Lazio – ma penso che sia necessaria pure l’attenzione del governo”.
Fonte: Ansa
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