Denunce e diffide a chi fa informazione confermano la necessità di proteggere l’autonomia del giornalismo

Report striscione

Ma il governo dice no al blocco delle querele temerarie.

La privacy non diventi uno schermo per oscurare i fatti.

Report, destinataria con la Rai di una multa da 150 mila euro del Garante della Privacy deve poter continuare a fare il suo lavoro senza interferenze ma solo nel rispetto delle regole e della deontologia.

Quello che fa ormai da decenni, nei quali centinaia di tentativi di fermare le inchieste con querele, denunce e diffide è andato sempre a vuoto.

E non perché Report sia intoccabile, come prova a dire chi sperava di vedere condannati Ranucci e la sua redazione, ma perchè evidentemente le denunce, secondo la legge, erano infondate.

Ma questo non è bastato a convincere il governo a votare a favore del recepimento della direttiva europea sulle querele temerarie. Perché al di là delle belle parole seguite al grave attentato a Ranucci, l’idea di bloccare il giornalismo di inchiesta attraverso querele milionarie, sperando che vadano in porto, non abbandona il potere e chi lo esercita, nella politica come nell’economia o da parte della criminalità.

A rimetterci sono così i cittadini che si troveranno di fronte a poteri di cui sono insondabili le attività e gli interessi, legali o illegali che siano.

Ma il servizio pubblico deve invece poter continuare a fare il suo lavoro di informazione e sempre nel rispetto dei fatti.

Intanto dobbiamo prendere atto che  il regolamento europeo, in vigore da Agosto, per garantire libertà e indipendenza dei Media dalla politica e dai governi, in Italia non è una priorità e infatti del suo recepimento nemmeno se ne parla più.

Esecutivo Usigrai