Custodire un diritto più che mai fragile

Migranti ambientali

Nelle ultime settimane si è riaccesa la polemica sui centri per migranti in Albania. Preoccupa l’affermazione che questi centri siano visti come un modello nell’Unione Europea, perché questo confermerebbe una tendenza, sempre più consolidata, di un cambio di paradigma nei confronti del sistema di protezione internazionale.

Si sta assistendo, infatti, a una sostituzione del concetto di asilo territoriale, cioè il diritto di chiedere asilo dopo essere fuggiti dal proprio Paese ed essere arrivati nel territorio di un altro Paese che si ritiene sicuro, a quello che potremmo inserire all’interno di una “migrazione gestita e regolata”, concetto tradizionalmente noto soprattutto per le migrazioni per motivi di lavoro (cfr. Jeff Crisp, su www.fmreview.org).

Quest’ultima, sostenuta da più parti come nuova modalità per tutelare chi fugge da viaggi quanto mai pericolosi, tuttavia apre la strada a una serie di procedure che rischiano di annullare il diritto d’asilo, tra le quali la deportazione e le procedure accelerate alle frontiere per chi si ritiene non abbia il diritto di chiedere protezione internazionale.

Come non svuotare il diritto d’asilo ascoltando la complessità dell’attuale migrazione forzata?

* Presidente Centro Astalli