…gli eroi son tutti giovani e belli, gli eroi son tutti giovani e belli…
La locomotiva, Francesco Guccini (1972)
Eroi non si nasce, lo si diventa.
Gli eroi invecchiano; il rischio, l’avventura e la forza appartengono ai giovani.
..Ma noi non ci saremo
Noi non ci saremo
E il vento d’estate che viene dal mare
Intonerà un canto fra mille rovine
Fra le macerie delle città
Noi non ci saremo, Francesco Guccini (1967)
L’Eroe pensa prima al prossimo che a sé stesso. Per un attimo ognuno di noi è in grado di mettere la vita dell’altro davanti alla sua. Per un attimo.
In una particolare situazione anche una collettività può comportarsi eroicamente. In una particolare situazione.
Poi il tempo infiacchisce l’ardore, le aspettative deluse spingono al ritiro.
In mezzo al campo restano in pochi. Sanno cosa li aspetta, hanno già sperimentato l’inferno. Alla sorpresa della prima volta subentra la consapevolezza coi colori della rassegnazione.
Chi si salva grazie a degli eroi fa di tutto per arrivare in sicurezza al secondo tempo.
Gli eroi possono vincere una battaglia, ma è il popolo che vince la guerra.
Lo diceva bene Bertold Brecht: beato un popolo che non ha bisogno di eroi.
Se arrivasse una nuova pandemia noi medici correremmo in massa all’altare del sacrificio mettendo a rischio le nostre vite? Faremmo tutti (o quasi) il nostro dovere, ma in quanti oltrepasseremmo la linea che separa il dovere dalla dedizione e dal sacrificio?
Tra gli eroi molti hanno deposto il camice, altri hanno abbandonato la postazione per cercare una collocazione meno esposta, altri hanno ancora gli incubi per le scelte che hanno dovuto fare con la vita altrui, alcuni ricordano con dolore, altri rimuovono, molti giurano a sé stessi che non ripercorreranno quelle strade. I giovani, freschi del giuramento d’Ippocrate, scioccati dai racconti, selezionano le loro carriere per non trovarsi nel posto sbagliato.
Dobbiamo porci una domanda ed esigere da noi stessi una risposta.
In questi cinque anni – da quel 20 febbraio 2020 quando la dott.ssa Annalisa Malara, sottopose Mattia al tampone e scoprimmo che il virus era già tra noi – abbiamo fatto il possibile per evitare che una simile tragedia si ripeta? Abbiamo usato competenze e professionalità, tempo e voce, per obbligare le autorità a: finanziare la sanità pubblica, rafforzare la medicina territoriale, migliorare le condizioni degli operatori sanitari, preparare un piano pandemico, acquistare mascherine e DPI?
Se non l’abbiamo fatto, forse c’è ancora un po’ di tempo.
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