Con l’attesa decisione resa nota oggi, la Corte di giustizia Ue ribadisce che ogni giudice ha il diritto/dovere di svolgere un controllo effettivo sulla designazione di Paese sicuro effettuata, anche con legge, dagli Stati membri, ai fini della protezione internazionale da concedere alle persone provenienti da quei paesi.
Risulta pertanto corretto il comportamento tenuto in questi mesi dai giudici italiani, oggetto di una lunga, aspra, ingiustificata e ingiustificabile campagna di aggressione e delegittimazione da parte del governo Meloni a causa di una serie di decisioni che si erano attenute proprio ai principi ora ribaditi dalla Corte di Giustizia europea. Peraltro, alla Corte Ue si era rivolto lo stesso governo italiano, seppure in ultima analisi, confidando in una sentenza diversa, che invece non c’è stata e – aggiungiamo noi – non avrebbe potuto esserci proprio in virtù dei precedenti giurisprudenziali e dei principi di diritto internazionale nonché delle regole elementari della democrazia costituzionale.
Si è parlato per mesi di scontro tra politica e giustizia mentre si trattava solo di un’aggressione della prima verso la seconda, con ricadute pericolose per la tenuta di una democrazia costituzionale.
Ma neppure davanti al verdetto finale della Corte Ue il governo Meloni si acquieta nella sua battaglia contro la giurisdizione autonoma e indipendente e, in generale, contro ogni controllo e limite al proprio operato, rivelando così, ancora una volta, la propria incapacità di farsi interprete dei principi di uno Stato democratico di diritto, nati dopo la Seconda guerra mondiale alla luce degli orrori del nazifascismo e di un potere che pretendeva, appunto, di non soggiacere ad alcun limite.
È invece essenziale che quei principi continuino a vivere e ad avere voce, anche attraverso le decisioni dei giudici, se necessario, a tutela del pluralismo, delle minoranze e di chi il potere non ce l’ha. Come costituzionalisti e come cittadini non possiamo non riaffermare questi principi in un passaggio così delicato, ma importante, della nostra vita democratica.
I firmatari aderenti al Comitato Costituzione Democrazia e Diritti
Maria Agostina Cabiddu
Vittorio Angiolini
Antonio Ruggeri
Donatella Stasio
Roberta Calvano
Roberto Zaccaria
Donatella Loprieno
Edmondo Bruti Liberati
Paola Piras
Armando Spataro
Anna Mastromarino
Carlo Di Marco Leone
Giovanna De Minico
Giovanni Moschella
Saverio Regasto
Francesco Pallante
Nicola Grasso
Alessandra Algostino
Enrico Grosso
Ilenia Massa Pinto
Angelo Schillaci
Camilla Buzzacchi
Matteo Losana
Giovanni Bianco
Chiara Cudia
Gianluca Famiglietti
Giacomo D’Amico
Chiara Bergonzini
Fabrizio Politi
Roberto Pinardi
Luigi D’Andrea
Marco Ladu
Monica Bonini
Auretta Benedetti
Cristina Grisolia
Mauro Volpi
Enrico Cuccodoro
Massimo Siclari
Danila Iacovelli
Maurizio Malo
Veronica Federico
Enzo Balboni
Stefano Agosta
Agostino Giovagnoli
Ines Ciolli
Antonio Gusmai
Federico Losurdo
Giuditta Brunelli
Gian Candido De Martin
Massimo Giannini
Giorgio Lattanzi
Matteo Cosulich
Ernesto Bettinelli
Stefano Civitarese
Giuseppe Verde
Domenico Gallo
Andrea Cardone
Francesco Merloni
Anna Maria Lecis Cocco Ortu
Stefania Baroncelli
Massimo Villone
Marina Calamo Specchia
Antonio Saitta
Lorenzo Chieffi
Marco Bombardelli
Barbara Pezzini
Elena Malfatti
Anna Falcone
Edmondo Mostacci
Umberto Allegretti
Gaetano Silvestri
Alessandra Valastro
Gennaro Ferraiuolo
Andrea Lollo
Luca Imarisio
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