Quali sono le iniziative “energiche” più volte annunciate da Meloni e Tajani? Tutto è avvolto da un buio simile a quello del carcere nel quale Alberto è sequestrato da un anno.
Oggi, 15 novembre, è trascorso un anno da quando il cooperante veneziano, Alberto Trentini, si trova nelle carceri del Venezuela. Accusato di cosa? Nessuno lo sa perché le autorità hanno ritenuto di non comunicarlo né alla famiglia, né alla avvocata Alessandra Ballerini, né tantomeno alla ambasciata, anche perché l’Italia non ha riconosciuto i risultati elettorali.
Da quel momento solo tre telefonate alla mamma Armanda, poi silenzio.
Le amiche e gli amici che lo hanno conosciuto e che sono impegnati a suo favore, ci hanno sempre parlato di una persona generosa, impegnata nella cura degli ultimi, sempre dalla parte dei più deboli. Forse l’unico “reato” che potrebbe aver commesso è quello di “solidarietà”, perché i regimi di ogni colore non possono sopportare chi ascolta la voce dei più deboli e dona loro anche solo una coperta.
Chi volesse saperne di più vada a leggere sul Fatto le puntuali cronache ed analisi di Estefano Tamburrini, uno dei giornalisti che ha seguito e segue con rigore e infinita passione civile la tragedia di Alberto e di altri detenuti italo venezuelani.
“Siamo distrutti, non sappiamo più in chi e cosa credere”, ci hanno ripetuto mamma Armanda e papà Ezio alla vigilia del primo anno di carcerazione. L’Italia, e l’Unione europea non riconoscono i risultati in Venezuela, del resto Maduro esibisce ogni giorno i suoi precari rapporti con i diritti politici, sociali, civili.
Il mancato riconoscimento rende difficile qualsiasi trattativa tra Italia e Venezuela. Sarà il caso di ricordare che, invece, l’Italia intrattiene relazioni con la Libia, con l’Egitto, con l’Iran, basti pensare alla liberazione di Cecilia Sala e non solo. A che punto sono le eventuali trattative? Nessuno lo sa. Chi intrattiene i rapporti con il governo venezuelano? Nessuno lo sa. Quali sono le iniziative “energiche” più volte annunciate da Meloni e Tajani? Tutto è avvolto da mistero e da un buio simile a quello del carcere nel quale è sequestrato Alberto Trentini. Se il buio è interrotto da qualche voce lo si deve a chi, volontario, amico, legale, cronista, non a chi ha dimenticato e ha impedito che la tragedia di Alberto potesse essere rapidamente archiviata.
Oggi mamma Armanda, Alessandra Ballerini -la loro legale-, Articolo 21 torneranno a chiedere la liberazione di Alberto. Quando tornerà a casa, sarà comunque sempre troppo tardi.



