In risposta ai negazionisti ambientali che ora godono di rappresentazioni ai più alti livelli, gli organizzatori della Cop 30 di Belem l’hanno battezzata “La Cop della verità”.
Se è vero che i Paesi che subiscono le conseguenze più tragiche dei cambiamenti climatici sono nel Sud del mondo e che la classifica si apre con Repubblica Dominicana, Myanmar e Honduras, è vero anche che al 16° posto della classifica con il maggior numero di eventi estremi, figura l’Italia (la Francia 12a e gli Usa al 18° posto).
Si calcola che “dal 1995, l’emergenza climatica ha fatto 830mila vittime e causato danni per 4.500 miliardi di dollari diretti, al netto dell’inflazione” – ci riferisce Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire a Belem.
Il miglior commento alla clamorosa assenza dell’amministrazione Trump l’ha fornita Ignacio Lula nel discorso d’apertura: “197-1 non fa zero”. In effetti i Paesi che aderiscono sono 197 e quelli presenti 170. Sul piatto della bilancia valgono più dei soli Stati Uniti e dei suoi cortigiani più stretti. Sono segni di qualche speranza che deve tradursi in impegni perseguibili e verificabili al di là delle dichiarazioni altisonanti.
Vedremo nei prossimi giorni se si riuscirà a far qualcosa per salvare il pianeta.



