Come Leone Magno il Papa vada a Gaza

Papa leone

Come non essere d’accordo con le parole di Papa Leone?

L’appello alla pace diventa esortazione, quasi una supplica rivolta ai potenti ed è continua. “Invito tutti a non cedere all’indifferenza, ma a farsi prossimi con la preghiera e con gesti concreti di carità – ha detto domenica scorsa all’Angelus -.

Ribadisco con forza il mio pressante appello per un cessate il fuoco immediato e per un serio impegno nel dialogo. È tempo che i responsabili rinuncino alla logica delle armi e imbocchino la via del negoziato e della pace, con il sostegno della comunità internazionale. La voce delle armi deve tacere, mentre deve alzarsi la voce della fraternità e della giustizia”.

Oggi però siamo giunti al punto in cui le parole non bastano più. Sono diventate strette e rischiano di apparire inadatte. Questo è il tempo di scelte coraggiose e profetiche.

Secondo la tradizione, nel 452 Papa Leone Magno si recò fin sulle sponde del Mincio e affrontò Attila, il re degli unni che voleva conquistare Roma. Armato solo della croce, riuscì a dissuadere dal suo intento quello che veniva definito “il flagello di Dio”.

Al Papa che porta lo stesso nome, chiediamo di andare a Gaza con i capi di altre confessioni religiose e di altre religioni per fermare il genocidio in atto. Lo chiedono gli abitanti della Striscia e soprattutto i bambini che continuano a morire di fame, di bombe e di paura.

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