Bavaglio alla pagina Facebook di Articolo 21, interrogazione alla Presidente del Consiglio

Art21 fb

Il blocco forzato e senza motivazioni della pagina Facebook di Articolo 21 arriva in Parlamento, grazie ad una interrogazione alla Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha come primo firmatario Walter Verini.

Di seguito riportiamo il testo integrale. 

“Interrogazione alla Presidente del Consiglio

Premesso che, per sapere

Da qualche settimana Facebook ha deciso di imbavagliare anche la pagina di Articolo 21, associazione nata il 27 febbraio 2002 che riunisce esponenti del mondo della comunicazione, della cultura e dello spettacolo; giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero, sancito dall’Articolo 21 della Costituzione;

all’associazione, come viene riferito in una nota pubblicata sul loro sito, hanno recapitato un avviso che avrebbero violato i codici previsti da Fb e per questo sono stati considerati “sito non consigliato”;

Da quel momento la pagina Fb di Articolo 21 che era passata, in poche settimane, da 29 mila a 41 mila followers, si è improvvisamente fermata;

Facebook non ha segnalato dove e quando Articolo 21 avrebbe violato le regole;

Per due volte i referenti di Articolo 21 hanno chiesto spiegazioni a Facebook, senza però ricevere risposte;

È alquanto grave e paradossale che la piattaforma Fb possa oscurare senza neppure rispondere. Non dovrebbe farlo con chiunque e tanto meno con  una associazione che si occupa della lotta contro i bavagli;

altre associazioni e pagine, nel frattempo, stanno subendo lo stesso trattamento, in particolare le sanzioni stanno colpendo coloro che si occupano dei conflitti a Gaza e in Ucraina, delle iniziative di Trump, Orban, e del governo italiano;

Se la Presidente del Consiglio è stata informata dalle Autorità di garanzia competenti su quanto sta avvenendo, se intende valutare l’opportunità di un intervento verso la piattaforma Fb a tutela della garanzia di libera espressione come sancito dalla Costituzione e se non intenda riferire in Parlamento su questa incresciosa situazione”.