Il 5 settembre del 2010 veniva uccisio Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica – Acciaroli, figura simbolo di legalità, coraggio e amore per la propria terra.
Sono passati quindici anni da quel giorno drammatico e doloroso, eppure il suo ricordo rimane vivo nel cuore di molti. Soprattutto di chi ha seguito il suo straordinario impegno per il territorio che tanto amava. E proteggeva.
Angelo non era solo un amministratore pubblico, ma un uomo per bene, che dedicava la sua vita a difendere la bellezza e l’integrità della sua comunità. Con umiltà e determinazione si batteva contro il malaffare, contro lo sfruttamento selvaggio delle risorse e per la tutela del meraviglioso territorio che aveva il privilegio di amministrare. La sua missione era chiara: preservare il patrimonio naturale e culturale di Pollica, affinché le future generazioni potessero goderne come aveva fatto lui fin da giovane.
La sua morte, avvenuta in circostanze oscure e tuttora non del tutto chiarite, rappresenta un fatto doloroso e inspiegabile. L’arresto del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e dei suoi presunti complici, sembrava aver portato alla luce le responsabilità di quel delitto. Ma otto mesi dopo sia Cagnazzo che gli altri indagati dell’inchiesta della Procura di Salerno sull’omicidio del sindaco-pescatore sono stati scarcerati.
Il tribunale del Riesame ha infatti annullato l’ordinanza con cui il gip aveva disposto misure cautelari nei confronti dei 4 indagati: oltre all’ufficiale, i provvedimenti del giudice avevano riguardato l’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ex pentito Romolo Ridossoe l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi.
Tutte le accuse sono cadute. Dunque, ancora oggi, non si conosce la piena verità sulla sua uccisione.
Il mandante e gli esecutori di quell’assassinio restano ignoti.
Una cosa è certa.
La morte di Vassallo è stata un grave atto di repressione contro chi si impegna con lealtà civica nella lotta contro le ingiustizie e le illegalità.
Pensare che non ci sia ancora stata una condanna esemplare per chi ha spento la sua vita e le sue battaglie di legalità fa male.
La sua memoria deve rimanere viva come esempio di integrità e dedizione, ma anche come monito affinché si faccia piena luce su un fatto così grave. La sua storia ci ricorda quanto sia fondamentale difendere i nostri territori e i valori di legalità, anche di fronte alle minacce più dure.
L’anniversario della morte di Angelo Vassallo non è solo un momento di ricordo, ma anche un appello: a proseguire il suo lavoro e l’impegno per il suo territorio che lui ha tanto energicamente rappresentato.
Il suo sacrificio deve ispirarci a non abbassare mai la guardia, affinché il suo sogno di una comunità libera da criminalità e corruzione possa un giorno diventare realtà concreta.
Fonte: Articolo 21



