Andare verso un testo unico

Beni confiscati

Riunire tutte le norme antimafia in un unico documento. E’ la richiesta che da anni politici e tecnici che si occupano di antimafia chiedono al Parlamento. In questi giorni in cui si parla dell’approvazione di un “Codice antimafia”, la deputata Angela Napoli, sottolinea la necessità di questo strumento per guardare avanti. Su questo testo, il cosiddetto “Codice antimafia” presentato in piena estate mentre si sospende l’attività a causa delle vacanze estive, il Governo è riuscito a mettere all’opposizione. Un coro di voci trasversale, dal Pd, a Fli, sino all’associazionismo e la magistratura, ha chiesto di fermare l’approvazione del testo e di provvedere alla modifica di alcune parti e l’introduzione di norme che sono rimaste fuori dai cinque libri che compongono il provvedimento. «Una delega imperfetta – dichiara Angela Napoli, relatrice delle proposte di modifica al testo – fatta dal Parlamento al Governo ha bloccato la possibilità di introdurre alcuni interventi necessari in questo codice. Ciò detto, quello che abbiamo potuto fare è racchiuso in 18 pagine di relazione, in cui sono state messe in evidenza tutte le lacune, le imperfezioni, le omissioni e le dimenticanze che il testo del Governo conteneva».

La Napoli racconta di questo lungo lavoro fatto per evitare il peggio ma interpreta come un segnale positivo il fatto che le “osservazioni” mosse da più parti, poi siano state accolte e anche che queste richieste «abbiamo raccolto un sostegno trasversale, con la sola esclusione dell’Idv». E’ sui rapporti mafia e politica, però, che siamo ancora distanti dai provvedimenti necessari a rompere questo connubio che rafforza le organizzazioni criminali e inquina la democrazia. «C’è un limite oggettivo nell’articolo 416 ter – continua la Napoli – poichè si riferisce solo al passaggio di denaro in cambio di sostegno elettorale. L’eventuale modifica prevista all’articolo2 aumenterebbe la pena ma non cambierebbe la natura dello scambio. E’ importante, invece, ricordarci che è stato approvato il ddl Lazzati che introduce norme precise in questa direzione, puntando l’attenzione sul divieto di fare campagna elettorale da parte di pregiudicati e interviene a monte nello scambio “sostegno elettorale – favori”».

Nonostante tutto, comunque – conclude la Napoli – «la scelta che da anni chiediamo venga fatta è quella di andare verso un Testo Unico antimafia – sarebbe la migliore per uniformare, armonizzare e introdurre strumenti efficaci nella lotta alle mafie». Non siamo, dunque, secondo la Napoli ancora al testo necessario per un contrasto definitivo al fenomeno mafioso ma questa occasione può essere un passaggio intermedio verso il Testo Unico da più parti auspicato.