25 aprile, la riflessione del Presidente del CNOG per gli 80 anni dalla Liberazione dal nazifascismo

25 aprile ordine giornalisti

Questo 25 aprile è particolare, innanzitutto perché sono trascorsi Ottanta anni dalla Liberazione dal nazifascismo in Italia e in Europa, poi perché giunge in un periodo in cui si sentono sempre più forti pulsioni autoritarie, in cui si tende a perdere la memoria storica di ciò che ha significato la dittatura e la grande fatica per costruire una democrazia moderna.

Una leggenda metropolitana dice che l’Ordine dei giornalisti sia un retaggio del regime fascista. Una bufala enorme, perché l’Ordine nato nel 1963 è esattamente l’opposto di quello che aveva imposto il regime. Con Mussolini era praticamente obbligatoria la tessera del Partito fascista, c’era la censura preventiva e le veline del Minculpop dettavano la linea dei quotidiani. Per chi sgarrava c’era l’olio di ricino, il manganello e il confino.

L’Ordine di oggi, invece, si basa sul sacrosanto principio dell’autogoverno dei giornalisti. La legge fu pensata e costruita proprio per evitare intrusioni da parte del potere esecutivo nell’ente dei giornalisti italiani.

Chiediamo da tempo una revisione profonda della legge professionale, ma abbiamo sempre detto che i suoi principi fondamentali sono tutt’oggi validi. Quello dell’autonomia dei giornalisti è un bene prezioso da custodire, vale per il lavoro del giornalista e vale per l’Ordine. Non è un privilegio di categoria, ma un diritto di tutti i cittadini per un’informazione libera e corretta. Quello per cui hanno combattuto e dato la vita tanti italiani nella lotta di Liberazione.

Carlo Bartoli